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ECONOMIA|Usa: Fannie Mae e Freddie Mac sono a rischio insolvenza. Pronti gli aiuti del Governo

Le crisi dei mutui subprime in Usa sta mettendo a serio rischio fallimento molte società di finanziamento, tra queste Freddie Mac e Fannie Mae che ora vanno incontro all’insolvenza e quindi alla necessità di ricorrere agli aiuti finanziari del Governo

di Simone Di Stefano

Non solo l’Italia ricorre ai finanziamenti straordinari per salvare le sue aziende. Ad avere l’urgenza di attingere alle proprie casseforti per salvare le compagnie in debito costante sono ora gli Stati Uniti d’America, un paese in piena recessione economica almeno da un decennio, a causa della sua altissima propensione al consumo e dei ritmi vertiginosi su cui si è basata per tanti anni la sua struttura economica. A farne le spese, altra cosa a noi assai ben nota viste le ricadute, le famiglie Usa che si sono viste raddoppiare, triplicare i loro tassi di mutuo e per molte di loro non c’è stato nulla da fare rinunciando alla possibilità della proprietà di una casa.

E’ Bloomberg ad aver dato la notizia della possibilità concreta a cui stanno andando incontro due delle agenzie a garanzia pubblica statunitensi, Fannie Mae e Freddie Mac, specializzate in mutui ipotecari, che ora sono a rischio insolvenza. Lo ha riferito l’ex presidente della Federal Reserve di St.Louis, William Poole. Freddie Mac ha un debito di 5,2 miliardi di dollari, mentre Fannie Mae rischia di portare il suo asset al negativo già dal prossimo trimestre a fronte di un debito pari a 12,2 miliardi di dollari. Ci sono serie possibilità che il Governo Usa debba ricorrere agli aiuti finanziari per evitare il rischio del fallimento di queste due società travolte dal collasso dei mutui subprime. Il mercato ha reagito immediatamente alla notizia: Fannie Mae ha ceduto a Wall Street il 11,7% , mentre la corsa alla vendita ha provocato un ribasso assai più grave per Freddie Mac, che ha ceduto il 22%, minimo storico per il titolo da 17 anni a questa parte.

«Il Congresso – ha precisato Poole – dovrebbe ammettere che queste società sono insolventi e che consentono di farle sopravvivere come baluardi di privilegi finanziati dai contribuenti». Non la pensa in questo modo il segretario del Tesoro Usa Henry Poulson: «i due colossi del rifinanziamento immobiliare – ha spiegato in dettaglio – dispongono di fondi propri adeguati. I due gruppi ricoprono un ruolo importante nell’attuale mercato immobiliare ed è necessario che lo facciano anche in futuro». In sintonia con le parole di Poulson anche il Presidente della Banca Cetrale Usa, Ben Bernanke che ha escluso, intervenendo a una riunione parlamentare, la possibilità di un collasso in quanto le due agenzie sono «ben capitalizzate» da un punto di vista regolamentare. «Tuttavia – ha aggiunto subito dopo Bernanke – potrebbero fare un lavoro migliore se fossero supervisionate e capitalizzate meglio».

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