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Il Commissario UE al bilancio in visita in Italia

 

Janusz Lewandowski domani sarà in Italia per la sua prima visita ufficiale come responsabile per la programmazione finanziaria ed il bilancio

Il Commissario Europeo Janusz Lewandowski arriverà in Italia domani, 14 settembre, per incontrare una serie di esponenti del Governo Italiano, tra cui il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, il Ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto ed il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

L’Unione Europea, le cui competenze restano spesso avvolte nell’indefinito quando non guardate con sospetto per ampi settori dell’opinione pubblica in Italia, copre con il suo bilancio quote quantitativamente limitate, ma strategiche, della copertura finanziaria per lo sviluppo delle aree depresse, dell’avvio di progetti economiche emergenti e per l’equilibrio tecnologico tra le diverse regioni del continente.

L’Unione Europea non è soltanto il volano efficace di una economia e di una cultura integrata che comprende i paesi di recente ingresso, i fondatori e importantissime nazioni che si sono aggregate nel tempo a partire dagli anni settanta con l’ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca, ma rappresenta anche anche uno spazio di cooperazione istituzionale assieme al quale lavorano anche gli altri paesi sviluppati della sua area che ancora formalmente non ne fanno parte.

Il Bilancio è uno dei mezzi che l’Europa ha per fare il passo in avanti rappresentato dalla politica, perchè non si ripeta il vuoto che nella crisi greca ha permesso che le speculazioni colpissero così duramente uno stato membro e con questo potenzialmente lesionassero l’intera costruzione comunitaria, che difatti ne ha risentito in maniera significativa.

E’ bene che il rapporto tra gli stati costituenti e le istituzioni della UE si rafforzi ulteriormente, perchè si arrivi a meccanismi di sostegno automatico in casi di gravi difficoltà di una regione, costestualmente però sarà necessario rendere più rigorosi i controlli, per evitare che il peso degli errori compiuti da paesi in difficoltà venga fatto ricadere sempre sulle nazioni che come Germania e Svezia hanno trainato la crescita della Ue in questi anni anche grazie a criteri coerenti di rigore finanziario.

In occasione della visita del Commissario  alla programmazione finanziaria ed al bilancio Lewandowski si svolgerà anche una audizione davanti alle Commissioni Affari Europei e Bilancio congiunte di Camera e Senato.

Aldo Ciummo

Contrasto alle frodi, clima e trasporti al Parlamento Europeo

 

E’ in corso la sessione plenaria, diversi temi sul piatto riguardano la vita quotidiana dei cittadini, varie questioni dibattute si intrecciano alla cronaca attuale

E’ previsto per mercoledì il dibattito sulle irregolarità nella spesa comunitaria: queste ultime sono diminuite da 1024 milioni di euro nel 2007 a 783 nell’anno seguente. La Commissione e gli stati membri si trovano di fronte alla necessità di migliorare il controllo. Italia, Spagna, Gran Bretagna e Polonia hanno più irregolarità. Mercoledì sarà discussa la relazione di Andrea Cozzolino (Socialisti&Democratici), riguardante in particolare i controlli sull’Iva e le attività dell’Ufficio Antifrode (Olaf).

Si sta già discutendo oggi invece delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, che interessano da vicino l’Europa ed i suoi vicini. Nel libro bianco della Commissione, intitolato proprio “L’adattamento ai cambiamenti climatici”, viene sottolineata l’importanza di integrare misure adeguate nelle politiche della UE e di incrementare il capitolo di bilancio che le riguarda.

La risoluzione della Commissione per l’ambiente è presentata da Vittorio Prodi (Socialisti e Democratici) e domani si voterà su questa materia. In una altra risoluzione, presentata da Stephan Le Foll (Socialisti e Democratici, FR.), membro della Commissione per l’agricoltura, si propone di utilizzare l’economia “verde” ed una agricoltura appositamente innovata per contrastare il riscaldamento globale.

Proprio riguardo all’agricoltura è in agenda una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) destinata, nelle intenzioni dei promotori, a durare per anni basandosi su regole più semplici. Si tratta di una iniziativa di Richard Ashworth (ECR, Conservatori e Riformisti Europei) che oggi sta venendo discussa e che sarà votata domani e che intende incardinare ogni futura approvazione di una Politica Agricola Comune (PAC) nel quadro di una maggiore trasparenza e dell’intento di facilitare la vita agli agricoltori.

La risoluzione prevederebbe la creazione di un sistema di pagamento unico, la semplificazione della identificazione elettronica degli animali (pecore e capre) e un numero verde attraverso il quale fornire assistenza agli agricoltori in ogni stato membro della Unione Europea.

Non è un caso che la PAC sia compresa nella riflessione generale sul panorama finanziario della UE dal 2013 in poi, dato il ruolo che storicamente la politica agricola ha giocato nell’integrazione europea, costituendo uno dei primi strumenti di sostegno comunitario allo sviluppo degli stati meno industrializzati all’interno della Comunità e di armonizzazione delle diverse economie nel continente ed anche una delle prime fonti di finanziamento delle istituzioni comunitarie.

E dall’agricoltura, nodo centrale della geopolitica attuale, se guardiamo alle sue capacità di ridisegnare gli equilibri di forza in fatto di fonti di energie (Stati Uniti, Brasile sono alcuni degli esempi), si arriva sempre oggi e domani, rispettivamente per quanto riguarda discussione e votazione, al settore dei trasporti, le cui criticità sono davanti a tutti in questi giorni di eccezionali eventi atmosferici e conseguente caos dei trasporti aerei.

Un trasporto marittimo sostenibile ed efficiente rientra nella garanzia di un equilibrio accettabile tra le diverse vie disponibili a commerci e spostamenti e i deputati stanno confrontando le loro raccomandazioni alla Commissione,  in vista di una politica dei trasporti marittimi della UE fino al 2018. L’iniziativa proposta con la relazione dell’olandese Peter Van Dalen (ECR, Conservatori e Riformisti Europei) definisce nuove condizioni di impiego dei marittimi, sottolinea la competitività economica assicurata dalla flotta comunitaria, spinge per il taglio delle barriere amministrative e per la promozione di soluzioni di combustibile alternativo allo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Aldo Ciummo

UE verso la semplificazione della burocrazia per le imprese

Il Parlamento Europeo sta elaborando un sistema che lascia agli stati nazionali la libertà di concedere esenzioni basate sulle dimensioni finanziarie delle imprese.

 

Gli oneri amministrativi per le piccole imprese potrebbero ridursi e queste ultime vedersi esentate dall’obbligo di redigere conti annuali. Questa è la posizione del Parlamento Europeo di fronte alla revisione della direttiva sulle norme contabili applicabili alle microentità. Le piccole imprese manterrebbero comunque l’obblico di tenere un registro delle operazioni commerciali e della situazione finanziaria.

La relazione di Klaus-Heiner Lehne (Partito Popolare Europeo) è stata approvata con 445 voti a favore, 196 contrari e 21 astensioni. La nuova direttiva permetterebbe ai paesi componenti la Ue di semplificare gli obblighi di informativa finanziaria a carico delle microentità, che poi sarebbero aziende quali fiorai e fornai.

Il fatto è che imprese di dimensioni molto limitate ed operanti su scala locale sono attualmente soggette alle norme che si applicano pure alle aziende che lavorano in ambito internazionale intraeuropeo ed applicare regole studiate per grandi realtà economiche a semplici iniziative commerciali nate da poco significa limitarne la crescita nel mercato.

Più di sette milioni di imprese, circa sette milioni e duecentomila, sono soggette a regole di informativa ai sensi delle direttive contabili della Unione Europea, i tre quarti di queste aziende rientrano nel gruppo delle cosidette “microentità”.  In pratica l’esenzione dall’obbligo di redigere conti annuali si applicherebbe a quelle imprese che hanno almeno due delle caratteristiche seguenti: un bilancio inferiore a 500.000 euro, un fatturato netto che sia meno di un 1.000.000 di euro oppure una media di 10 dipendenti nel corso dell’esercizio in questione.

Un elemento interessante della posizione assunta dal Parlamento Europeo è la possibilità, che i singoli stati dovrebbero avere, di scegliere o meno di esentare determinate categorie di imprese, un criterio che privilegia l’attenzione alle situazioni diverse a livello nazionale, fermo restando che forse sarebbe il caso di promuovere anche una funzione di indirizzo da parte della Unione Europea per liberare un pò le imprese e le professioni anche negli stati per tradizione più corporativi e sicuramente meno permeabili a proposte come quella di cui si sta trattando.

In ogni caso le aziende interessate dovrebbero naturalmente registrare le transazioni commerciali e la situazione finanziaria della società, questo sarebbe un criterio minimo cui ogni governo aggiungerebbe poi condizioni ulteriori nella propria giurisdizione. La proposta al momento non è passata al Consiglio dell’Unione Europea, che raggruppa per settori i Ministri dei vari paesi e rappresenta quindi gli esecutivi degli stati membri. Ma l’iter, sul diritto societario, dovrebbe fare il suo corso durante il 2010.

Aldo Ciummo