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L’epopea di Thor Heyerdahl al “Nord Film Fest”

 

Pål Hagen, attore protagonista e Aage Aberge, produttore del film “Kon Tiki”, hanno presentato l’opera assieme a Marian, la figlia dell’esploratore Thor Heyerdahl

 

 

Nella serata inaugurale del Nordic Film Fest (9 aprile), cui erano presenti le rappresentanze diplomatiche nordiche, Pål  Sverre Valheim Hagen, attore protagonista, Aage Aberge, produttore hanno presentato il  film “Kon-Tiki” assieme a Marian, figlia dell’esploratore Heyerdahl. La proiezione ha avuto luogo dalle 17,30 alla Casa del Cinema a Villa Borghese. L’evento è stato promosso dalle Ambasciate di Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, dal Circolo Scandinavo e dalla Commissione Europea, in collaborazione anche con l’ambasciata di Islanda a Parigi e con il Comune di Roma.

“Kon-Tiki” (2012) regia di Espen Sandberg e di Joachim Rønning – preceduto giovedì dalla riproposizione del documentario del 1950 in due sale nel primo pomeriggio e proiettato nuovamente durante la prima serata – racconta in una versione cinematografica e d’azione l’avventura di Thor Heyerdahl, che per dimostrare le proprie teorie (sulla colonizzazione della Polinesia da parte di indigeni partiti dalle coste del Perù) organizzò nel 1947 una spedizione che ricalcava, nei mezzi utilizzati, le imbarcazioni che le popolazioni della Polinesia – dove Heyerdahl aveva vissuto ascoltandone i miti – erano sicure fossero state utilizzate da “Kon Tiki” di cui i vecchi polinesiani cantavano l’epopea nell’oceano Pacifico.

Buona parte del film è stato in realtà girato a Malta. La storia ottiene un impatto molto forte sullo spettatore, per la narrazione della costanza con cui Heyerdahl affrontò ostacoli di ogni tipo, fino a guidare altre cinque persone nella sfida di ripercorrere in una zattera priva di strumentazioni moderne e assemblata basandosi sulla ricostruzione della spedizione degli indigeni peruviani che per primi avevano raggiunto la Polinesia, il tragitto seguito circa millecinquecento anni prima da Kon Tiki, il dio dei polinesiani, un simbolo legato al sole ed alla tempesta, una figura che l’etnografo e viaggiatore Heyerdahl intuì essere la fedele cristallizzazione della memoria storica e mitica delle popolazioni del Pacifico.

Gli altri attori di “Kon-Tiki” (prodotto da Aage Aaberge e Jeremy Thomas) sono Anders Baasmo Christiansen, Odd-Magnus Williamson, Agnes Kittelsen, Gustaf Skarsgård, Jakob Oftebro, Tobias Santelmann, la colonna sonora è di Johan Söderqvist. Thor Heyerdahl, che nella famosa spedizione narrata dal film norvegese percorse, poco più che trentenne, circa ottomila chilometri nell’Oceano Pacifico fino ad arrivare alle isole Tuamotu in Polinesia, dopo essere partito dalle coste del Perù, è morto nel 2002.

 

Aldo Ciummo

Presentato il romanzo di Skomsvold, un successo tradotto in venticinque lingue

 

Insieme alla scrittrice Kjersti Annesdatter Skomsvold, Bruno Berni, Pål Aasen ed Irene Archini hanno letto e commentato diversi aspetti del testo

Il 3 aprile, alla Libreria “Altroquando”, L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e la casa editrice “Atmosphere” hanno presentato, in collaborazione con l’Ambasciata Norvegese a Roma, presente all’evento con il primo segretario Mathias Rongved, il libro “Più corro veloce più sono piccola”, l’opera prima della scrittrice norvegese Kjersti Annesdatter Skomsvold, un successo già tradotto in 25 lingue.

Pål Aasen, il lettore di norvegese del corso di lingue nordiche presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere della Università La Sapienza di Roma, ha presentato ed introdotto la scrittrice ed il testo, che nella versione in lingua originale si intitola “Jo fortere jeg går, jo mindre er jeg”, espressione esattamente corrispondente alla traduzione italiana.

Il traduttore del romanzo, Bruni Berni, Direttore della Biblioteca dell’Istituto Italiano di Studi Germanici Villa Sciarra, ha sottolineato i problemi attraversati dall’editoria italiana nel segmento della letteratura scandinava. Irene Archini, che sta conseguendo la magistrale in letteratura norvegese oltre che in letteratura americana, ha letto alcune parti del romanzo tradotte in italiano.

Il breve romanzo di Kjersti Annesdatter Skomsvold narra in prima persona la vita di Mathea Martinsen, una anziana donna che scopre di essere sempre stata invisibile al mondo e cerca di un senso nell’ esistenza, attraverso una riflessione melanconica ma venata da una liberatoria ironia capace di spiazzare il lettore.

Aldo Ciummo

Norvegia, tra i temi di governo anche la Ue

L’ alternanza di governo sottolinea i crescenti problemi comuni anche alla UE, di cui il paese ancora non fa parte, piuttosto che un fatto imprevisto

La formazione del governo in Norvegia è appena agli inizi e parte da una situazione in cui non ci sono forze politiche che abbiano nettamente sorpassato le altre, i Conservatori hanno vinto (come singolo partito rimangono secondi, la maggiore forza politica restano i Laburisti, Det Norske Arbeiderparti): il Partito del Progresso (Fremskrittspartiet, destra populista antitasse), hanno visto i loro voti calare, la loro retorica contro l’immigrazione (mitigata dal 2006 e poi dal 2011) non piace a nessuno, nemmeno a Cristianodemocratici (Kristelig Folkeparti) e Liberali (Venstre) che probabilmente entreranno nell’esecutivo di cui è in corso la formazione.

Non è servita ai populisti la carta delle promesse fiscali, per evitare la marginalizzazione che da un paio di anni tocca a questi partiti in tutto il Nord Europa (nel caso della Norvegia l’equilibrio attuale gli lascia una chance di entrare nel governo, ma non certo come decisori): a vincere le elezioni, sono stati i Conservatori (Høyre) un fatto sfuggito ai mezzi di comunicazione che ormai avevano preparato un resoconto – poi lasciato inalterato – su un Nord Europa ormai finito in mano ai Populisti, una grossa inesattezza, i populisti hanno perso moltissimi voti e il partito che ha le carte in mano è un partito conservatore, non esattamente nell’accezione continentale.

I Conservatori (Høyre), pur ovviamente discutibile in molti dei suoi assunti (in materia di riduzione dell’intervento pubblico nell’economia e di limitazione della progressività delle imposte) rappresentano nondimeno una delle poche aggregazioni politiche invariabilmente europeiste nel corso della storia norvegese, tanto che hanno perso due referendum pro-ingresso nella UE e in conseguenza di questo tipo di prese di posizione hanno perso anche a volte il governo, ma hanno continuato sulla stessa linea, condivisa da avversari come i Laburisti, che allo stesso modo hanno affermato più volte che un referendum in materia non è necessario a tutti i costi.

Insomma, sorpresa per i commentatori ansiosi di descrivere una Norvegia in mano ai populisti (a tal punto da scriverlo ovunque anche dopo che le elezioni sono finite diversamente) l’unico paese scandinavo che si trova fuori della UE in realtà ora è più europeista di prima, in forza dei partiti come Conservatori e Laburisti che hanno prevalso davvero.

Il Partito Conservatore che va a guidare la Norvegia, sia pure senz’altro caratterizzato da evidenti limiti nella sua critica ad un welfare state che è sicuramente alla base del benessere cresciuto in questi anni, assai difficilmente può essere immaginato come soggetto proponente di un capovolgimento neo-liberista delle basi socialdemocratiche del sistema nordico ed il Erna Solberg, la quale sarà il nuovo Primo Ministro in Norvegia, ha dichiarato che non farà niente del genere. Sulle tematiche comunitarie poi i Conservatori sono a tratti ancora più europeisti dei Laburisti.

Certo, non è che sul nuovo governo sventolerà proprio una bandiera blu con le stelle della UE, considerata la presenza dei populisti, sia pure come appoggio esterno, e dato che i Liberali ed i Cristianodemocratici (che quasi sicuramente faranno parte dell’esecutivo oppure saranno almeno vicini a quest’ultimo) storicamente hanno dato sempre battaglia rispetto alle ipotesi di ingresso norvegese nella UE.

Ma qualsiasi preferenza si abbia sulle politiche, di sicuro lo stendardo dell’europeismo non sventolava incondizionatamente neppure sul precedente governo, perché se i Laburisti hanno portato avanti l’avvicinamento a Bruxelles – con frequenti differenziazioni nel partito – la Sinistra Socialista (Sosialistisk Venstreparti) ed il Partito del Centro (Senterpartiet) hanno spesso espresso posizioni meno euroentusiaste.

L’allargamento della Unione Europea non si può fare in un giorno, si è visto nel 2004 con l’arrivo di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta e Cipro e con tutti i contrasti e le difficoltà che ne sono seguiti, non sempre dovuti alle diversità economiche. La Norvegia già coopera con l’Unione Europea attraverso lo Spazio Economico Europeo ed attraverso una serie di accordi.

Una apertura incondizionata ai meccanismi comunitari non serve a nessuno, ogni paese può offrire il migliore contributo alla costruzione della UE entrandovi quando il tema è stato dibattuto in tutti i suoi aspetti e l’Unione Europea può imparare molto dai meccanismi democratici della Norvegia prima di accoglierla.

La questione del fondo sovrano norvegese, studiato per conservare il livello di welfare attuale in diverse condizioni di disponibilità di risorse e di contesti finanziari internazionali, dimostra che oggi non ci sono in nessuna parte del continente paesi persuasi che tutte le situazioni possano essere risolte per sempre autonomamente, e la convinzione che gli stati europei possono farcela soltanto insieme non ha bisogno di venire imposta.

Aldo Ciummo

Norvegia, equilibrio tra le coalizioni

L’alleggerimento della pressione fiscale è una delle proposte che hanno permesso al Centrodestra di superare i Laburisti, ma formare l’esecutivo sarà complesso
La popolarità di Jens Stoltenberg non è riuscita a superare la tendenza, parzialmente registrata anche prima delle elezioni, ad un cambio di governo in Norvegia, l’opposizione ha puntato su proposte come l’alleggerimento della pressione fiscale e sempre più persone hanno attribuito la prosperità goduta durante le due recenti legislature a guida laburista ad eventi come le nuove estrazioni di petrolio nel Mare di Barents o ai nuovi giacimenti nel Mare del Nord.
Dopo otto anni in cui Det Norske Arbeiderparti, il partito Laburista, che è tuttora primo col trentuno per cento del voti,  sembrava di nuovo identificarsi con lo stato, come nei quindici anni del secondo dopo guerra, all’inizio di questa settimana i Conservatori (Høyre) a conquistare il governo. Erna Solberg, che sarà in base al risultato elettorale il nuovo premier, ha assicurato che le caratteristiche del sistema inclusivo non verranno toccate: “siamo un partito liberale, non facciamo rivoluzioni”.

In un paese che mantiene una crescita al 2,5 per cento e una disoccupazione limitata al 3 per cento, tutti ritengono che salute e scuola debbano rimanere pubblici, ma cresce l’insofferenza sul vincolo che permette di spendere annualmente solo il 4 per cento del ritorno economico proveniente dal fondo sovrano alimentato dalle risorse petrolifere, che ammonta ormai a 750 miliardi di dollari ed è finalizzato a consentire alle future generazioni un welfare simile a quello attuale). Con diversi gradi di cautela, i partiti che formeranno il nuovo governo vogliono usare parte maggiore dei ricavi annuali del fondo per migliorare infrastrutture, sanità, servizi, istruzione.

Aldo Ciummo