• i più letti

  • archivio

  • RSS notizie

    • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.
  • fin dove arriva la nostra voce

  • temi

Il coro norvegese in Italia

Elsa Myhre, Liv Langeland, Pal Christian Moller, Lars Isdhal e tanti altri stanno portando in tutta Europa l’esperienza del coro nato nel Postkontor, l’ufficio postale di Oslo

I componenti del “Coro Post Canto”, nato quarantacinque anni fa nel Postkontor di Oslo, l’ufficio postale della capitale norvegese. Sabato 22 ottobre il gruppo si è esibito nella basilica di Santa Maria Maggiore e nel Pantheon di Roma. Sono stati cantati brani tradizionali come “Locus Iste”; “Richte Mich Gott”; “Jesus Gimeg Nage” ed il piccolo pubblico che si è formato in entrambe le occasioni di mattina e di pomeriggio. Inizialmente il gruppo era il coro dell’ufficio postale, ma oggi riunisce appassionati di musica anche al di fuori dall’ambiente lavorativo.

Il percorso del complesso è iniziato con la passione in comune per la musica, racconta l’organizzatrice è Elsa Myhre, il gruppo esiste fin dal 1966. Liv Langeland è stata nel coro per quaranta anni, fin dal 1968. Il repertorio del coro va dalla musica folk e swing al musical. Il gruppo è stato anche a Praga (2006) ed a Dublino dove si è esibito all’interno della cattedrale di San Patrizio (2009). Lars Isdhal ha diretto il concerto.

I componenti del coro sono: Norunn Alling, Johanne Halset, Gerd Halsvik, Tone Grete Hast, Lise Beate Karlsen, Caroline Jahr, Solveig Roland Krogh, Randi Langbekkhei, Aas Arne Birger, Liv Arnesen Langeland, Lillian Olafsen, Unni Olavsen, Merete Holten, Bjorn Rugesaeter, Liv Rottingen, Hans Erik Andersen, Bjorn Arnoy, Midtgaard Knut, Pal Christian Moller, Roy Lund, Odd Magne Jarle Overa, Bjornar Overland, Tove Merete Berg, Aina Fjelstad, Anne-May Hybertsen, Unni Ingebrigtsen, Solveig Morthen, Else Margrethe Myhre, Mette Marie Norbeck, Anne Nygard, Hanne Raaberg, Linda Stensnes, John Kvernrod, Terje Kvaerhellen, Gaute Loge Pedersen, Lars Isdahl.

Aldo Ciummo

NOTIZIE SU REGIONI E CULTURE DEL NORDEUROPA SUL SITO DI INFORMAZIONE      www.nordeuropanews.it      NORDEUROPANEWS  

Sei risposte sulle biblioteche

Aldo Ciummo / Intervista con Hellen Niergaard, Consulente capo dell’Associazione delle Biblioteche Danesi (Prima Parte) 
 
 
 
Le biblioteche sono nate nell’era della comunicazione analogica; possono soddisfare le attuali esigenze della società?
 

Le biblioteche, come tutte le istituzioni che concernono la conoscenza naturalmente dovrebbero riflettere i cambiamenti nei formati dell’informazione ed adattarsi ad essi. Le biblioteche pubbliche, come altre istituzioni pubbliche in Danimarca ed in molti altri paesi, attualmente stanno aggiornando i propri servizi in accordo con gli sviluppi della società della conoscenza, il loro focus sulle fonti on line e la trasformazione nelle abitudini di consumo mediatico dei cittadini. Allo scopo di fornire accesso sia all’informazione alla conoscenza ed ai formati di cultura analogici che a quelli digitali.

Nell’aggiornamento più recente della legislazione bibliotecaria danese, “Act regarding Library Services”, dal 2000, si afferma che: “l’obiettivo delle biblioteche pubbliche è promuovere l’informazione, l’istruzione e le attività culturali rendendo disponibili libri, periodici, libri interattivi ed altro materiale disponibile, come musica registrata e fonti elettronici di informazioni, inclusi internet e mezzi multimediali.”
 

Più recentemente, nel 2009, un rapporto su “Le Biblioteche Pubbliche nella Società della Conoscenza” è stata pubblicata dall’Agenzia Danese per le Biblioteche ed i Media del Ministero della Cultura. Esso contiene raccomandazioni di un comitato nazionale e vede la biblioteca come il centro culturale e dell’apprendimento sul territorio. Il documento sottolinea che “nella società della conoscenza gli sforzi della biblioteca pubblica di favorire la scoperta, l’istruzione e le attività culturali è più importante di quanto lo sia mai stato in precedenza” e che “oggi la biblioteca è anche il posto per esserci ed incontrarsi, dove si ottengono istruzioni, si usa internet o si trova supporto nel centro cittadino di servizi”. In ultimo si indicano una serie di servizi di city hall incorporate nelle biblioteche pubbliche in aree urbane e suburbane particolari (nel 21% dei municipi nel 2010). I consigli del rapporto per ulteriori sviluppi delle biblioteche sono divisi in cinque linee di azione: Biblioteche aperte (24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana di apertura), Ispirazione ed apprendimento, la biblioteca danese digitale, Partnerships e Sviluppo Professionale.
 
Quanto è importante nel dibattito l’architettura, al fine di ottenere un cambiamento effettivo nelle attività bibliotecarie?
 
Dal momento che la biblioteca pubblica sta cambiando radicalmente in termini di concezione e di servizi, nello stesso modo l’edificio che ospita la biblioteca dovrebbe essere aggiornato. Il design dell’edificio dovrebbe anche riflettere il cambiamento nell’utilizzo effettivo della biblioteca. In accordo con le analisi danesi circa il 50% (Traflitaelling/KL, 2004, Trafikanalyse Arhus/Moller, 2005) degli utenti visita le biblioteche pubbliche per altre ragioni che non prendere a prestito i libri.
L’ambiente fisico della biblioteca di conseguenza sta cambiando da una stanza caratterizzata da raccolte stampate e diventando un luogo comune aperto per la cultura, l’apprendimento e fornendo con intuito accesso sia a collezioni fisiche che a risorse digitali ed a orientamento professionale di tipi differenti.
Per promuovere un dibattito sui concetti e la moderna architettura della nuova biblioteca, nel 2009 l’Associazione Danese delle Biblioteche (DLA) ha pubblicato “Library Space: Inspiration for building and design”. Con questo libro l’Associazione vuole stimolare un ripensamento del progetto e della costruzione della biblioteca, da un luogo orientato al prodotto ad un luogo orientato all’utente. Allo scopo di fornire ai cittadini servizi significativi, aggiornati e di alta qualità nella società della conoscenza nel ventunesimo secolo: a vantaggio del singolo utente e della società nel suo insieme.
 
Nel corso della Conferenza (sulle Biblioteche svoltati presso il Goethe Institut di Roma nel maggio 2011 ndr) il dibattito ha sottolineato anche il ruolo delle biblioteche in favore dell’integrazione dei cittadini e della inclusione sociale; cosa può fare l’architettura in concreto?
 
Probabilmente non esiste una risposta corretta alla domanda ma una cosa è molto importante. L’architettura dovrebbe essere aperta ed accogliente – e meno come una fortezza di libri del passato, formale. Questa domanda porterà ad una architettura insignificante e poco interessante? Personalmente io non penso questo. Al contrario – ogni edificio bibliotecario dovrebbe incontrarsi con l’ambiente circostante ma anche fungere da punto di riferimento locale per la conoscenza e la cultura; qualcosa di cui essere orgogliosi e dalla quale essere attirati sia che si sia abituati a frequentare la biblioteca oppure no, che si sia intellettuali o meno.
Un recente esempio internazionale di un carattere scultorio molto suggestivo è la Biblioteca Pubblica di Seattle, dell’architetto olandese Rem Koolhas. Dieci qualità più una sono considerate cruciali per qualsiasi edificio bibliotecario. Il direttore delle Biblioteche Universitarie del Regno Unito, il professor Andrew McDonald, nelle “Dieci maggiori qualità di un buono spazio bibliotecario” (IFLA Library Building Guidelines: Development & Reflections, p. 13-29. Saur, 2007), aggiorna e converte i dieci comandamenti degli anni settanta sulle architetture bibliotecarie dell’architetto britannico Faulker Brown.
Idealmente, afferma McDonald, il nuovo spazio della biblioteca dovrebbe essere: funzionale, accessibile, vario, interattivo, favorevole, ambientalmente adeguato, sicuro e tranquillo, efficiente, adatto alle nuove tecnologie e – per di più – dovrebbe avere il fattore “oomph” or “wow”. Le parole chiave qui sono quelle che parlano di inclusione sociale: accessibile, differenziato, interattivo e non ultimo favorevole; lo studioso lo descrive come uno spazio con una alta qualità umana che motiva e ispira le persone”.
 

Libri, storia antica, nuove tecnologie

Aldo Ciummo /  Una conversazione sulle biblioteche pubbliche con Liv Saeteren, Direttrice della nuova Biblioteca di Oslo

 

La Biblioteca è una istituzione antica, in quante maniere è possibile rinnovarla per avvicinarla all’ecologia?

“Le biblioteche come istituzioni sono ecologiche, nel senso che sono basate sulla condivisione delle risorse. Per esempio prestare libri significa riciclare. Quando si tratta di architettura bibliotecaria, nuovi metodi nel controllo del clima, i materiali di costruzione, dovrebbero essere utilizzati per ottenere edifici con un ambiente salutare per i fruitori, per coloro che vi lavorano e per la città.”

Le biblioteche sono nate nell’era della comunicazione analogica, possono soddisfare le attuali esigenze della società?

 “Le biblioteche sono istituzioni con la missione di unire persone e contenuti, e di facilitare le dinamiche di questo incontro – la gente imparerà qualcosa, sarà più saggia, contenta, più tollerante, acquisterà intuito. Il contenuto fino a poco tempo fa era pubblicato in formato analogico, ora la biblioteca deve avere a che fare con una maggiore varietà di tecniche di pubblicazione, lo sviluppo sarà digitale. Ciò richiede nuovi metodi nelle biblioteche, ma lo scopo e le esigenze rimangono le stesse.”

Alla Conferenza che ha avuto luogo presso il Goethe Institut di Roma all’inizio dell’estate, il dibattito ha sottolineato il ruolo delle biblioteche a favore dell’inclusione sociale: possono anche facilitare il diritto alla fruizione dell’ambiente?

“Penso che le biblioteche abbiano particolari responsabilità nel promuovere le informazioni sulle tematiche del clima e dell’ambiente. Lo sviluppo futuro dipende dal coinvolgimento e della partecipazione dei cittadini nelle democrazie. Nel centro che stiamo progettando ad Oslo assegneremo un settore ben delineato ai temi ambientali, con l’organizzazione di esposizioni, materiali informativi sia stampati che digitali ed audiovisivi, dibattiti, e giochi, per rafforzare la conoscenza generale delle questioni ambientali nella cittadinanza.”

Nel corso della Conferenza il dibattito ha sottolineato anche il ruolo delle biblioteche a favore dell’integrazione e dell’inclusione sociale: cosa può fare l’architettura in concreto?

“L’architettura è importante per creare strutture fisiche e forme che supportino le funzioni della biblioteca: questa fa stare insieme persone di tutte le età e di tutti i gruppi socioeconomici in diverse attività. L’architettura di una libreria dovrebbe sottolineare le funzioni più accessibili, essere accogliente ed aperta, non monumentale e formale. E naturalmente mettere a disposizione molti spazi per incontrarsi e lavorare insieme.”

L’ambiente fisico è importante per il benessere umano; come possono le biblioteche provvedere sia alla conservazione e divulgazione della cultura che alla fruzione dello spazio urbano?

 “Ogni biblioteca avrà alcune responsabilità in conservare e preservare le fonti di conoscenza, per poter mostrare e diffondere la cultura. Ma lo sviluppo delle risorse digitali riduce lo spazio necessario per conservare, gli ambienti fungeranno, ad un livello molto maggiore rispetto al passato, da spazi per il cittadino nel lavoro, per leggere, incontrarsi, imparare giocando, riflettere e divertirsi.”

Uno dei maggiori problemi nelle città contemporanee è la mancanza di inclusività nell’organizzazione degli spazi fisici: come possono queste particolari strutture cambiare la situazione?

 “Penso che questo sia uno dei contributi maggiori che le biblioteche moderne offrono alla vita di una città. Una biblioteca accessibile, con molte attività che si rivolgono quasi ad ogni cittadino, assieme a opportunità intellettuali di alta qualità, porterà più attività urbana rispetto a quanta ne generano uffici e negozi.”

Un sistema bibliotecario può migliorare una città oppure una periferia attraverso la propria presenza nello sviluppo di attività alternative, ad esempio nel modo in cui si procura le proprie risorse energetiche? Un’area bibliotecaria può modificare la funzione di una città (oppure di un quartiere) attraverso i suoi compiti, le sue attività e la sua azione cominciando dal suo progetto architettonico?

 “I dibattiti sia sullo sviluppo del centro che delle periferie sottolineano il bisogno di punti di incontro, arene sociali, spazi per condividere e lavorare insieme – e spazi con valori estetici per una identità comune. Una biblioteca molto spesso è il suggerimento per rispondere a queste esigenze – espresse non solo dai bibliotecari. Una istituzione dovrebbe avere una dimensione significativa per operare davvero un impatto sull’area circostante. Perciò ho i miei dubbi sulla possibilità per un piccolo settore librario di fare la differenza da solo. Ma potrebbe servire come un motore di attività locali se dotato di fondi e compiti aggiuntivi come istruzione degli adulti, informazioni, organizzazione di eventi culturali e simili. Alcuni degli errori del passato, soprattutto nelle periferie e nelle zone rurali è stata la costruzione di centri culturali, per lo più come palazzi vuoti, contemporaneamente a biblioteche pubbliche da qualche altra parte, intrappolate in spazi molto stretti. La biblioteca, come istituzione operativa, dovrebbe essere l’attività centrale in centri culturali in posti più piccoli. Le biblioteche urbane con una gamma più ampia di attività può contribuire a cambiamenti nelle vicinanza attraverso i propri compiti ed attività – quando l’architettura della biblioteca aiuta la varietà delle attività portate avanti.”

Quanto è importante il dibattito sull’intera area interessata dalla costruzione della biblioteca per ottenere un cambiamento effettivo nella zona grazie alla presenza di un nuovo edificio e di attività inedite?

“Il dibattito pubblico sulla pianificazione urbana tende a concentrarsi sulle strutture fisiche: fondamenta e luoghi di ritrovo come forme e strutture e soluzioni estetiche. E sono frequenti concetti tradizionali sulle attività commerciali, considerate il più importante contributo ad una vibrante vita cittadina. E’ molto importante cambiare questo modo di pensare, sono favorevole ai dibattiti che considerano il ruolo delle istituzioni culturali, e che in generale includono i comportamenti e le esigenze dei fruitori nella pianificazione cittadina. La Biblioteca potrebbe avere il ruolo di organizzare la città intorno all’edificio della libreria altrettanto quanto il suo interno. La giusta o errata combinazione di diverse organizzazioni ed attività commerciali nell’area urbana sarà il successo o il fallimento.”

Quale è il ruolo degli interni e dell’esterno della biblioteca nella comunicare le intenzioni del progetto e mettere il pubblico in condizioni di imparare e di esprimersi?

 “L’esterno dell’edificio ha un effetto simbolico, rappresenta lo status della bibloteca nella città. La cosa più importante è che l’edificio dovrebbe essere trasparente così che sia possibile vedere le attività che vengono portate avanti all’interno. Sono l’interno, l’esterno ed i servizi e le attività che costituiscono la biblioteca e che rendono l’istituzione bibliotecaria un luogo pubblico vibrante e catalizzatore.”

Periferie e zone degradate presentano alcune qualità che è possibile valorizzare per innovazioni sociali ed ecologiche che muovano da un nuovo sistema bibliotecario?

“Una Biblioteca pubblica ben equipaggiata con servizi aggiornati, caffè/ristorante e spazi per gli eventi potrebbe giocare un ruolo significativo nel valorizzare gli spazi della città. E’ importante comunque – che una istituzione isolata non è sufficiente in un processo di rinnovamento urbano. Ma vorrei dire che una buona e moderna biblioteca è un contributo più importante rispetto a negozi ed uffici alla vita della città. Il modo migliore di collocare una biblioteca in una città è, comunque, vicino ai centri di comunicazione. Questo massimizzerà l’utilizzo delle risorse investite.

Norvegia: sport e cooperazione

 

“Right to play” è una iniziativa nata da un evento organizzato per i giochi olimpici invernali norvegesi del 1994, tuttora sostiene lo sport

Si avvicinano le Olimpiadi di Londra, un avvenimento che rappresenta una opportunità non solo per il bilancio in UK ma anche un appuntamento che interessa molto le organizzazioni che lavorano alla valorizzazione del potenziale sociale dei quartieri svantaggiati, ad esempio nella promozione dello sport giovanile.  Assieme ad associazioni ed ong come Greenhouse e soggetti finanziatori come la Goldman Sachs, l’ Agenzia Norvegese per lo Sviluppo e la Cooperazione fornirà un importante supporto.

Tra le realtà coinvolte figura “Right To Play”, iniziativa permanente che si è sviluppata a partire dai giochi olimpici invernali del 1994 a Lillehammer: l’idea era dare l’opportunità ai giovanissimi di qualsiasi fascia sociale di praticare gli sport. L’organizzazione di Right to Play in seguito ha stabilito la sua sede a Toronto in Canada, dove gli operatori vengono preparati a lavorare con l’infanzia in diversi paesi.

 Le persone coinvolte in queste attività debbono conoscere differenti discipline come la risoluzione dei conflitti, questioni mediche e sociali, perchè occorre affrontare situazioni regionali e culturali critiche.

L’organizzazione include noti giocatori come Didier Drogba (Chelsea) nel ruolo di particolari supporter dell’associazione, che coopera assieme ad una pluralità di soggetti sostenuti da varie istituzioni tra cui l’Agenzia Norvegese per lo Sviluppo e la Cooperazione. “Right To Play” lavora anche alla promozione della parità attraverso lo sport in Medio Oriente. Gli organizzatori hanno affermato più volte che la crescita della consapevolezza dei diritti è particolarmente vicino allo spirito delle Olimpiadi.

Aldo Ciummo

La Norvegia va avanti

Amici e famigliari delle vittime dell’attentato di estrema destra che ha colpito la riunione dei giovani laburisti un mese fa si sono incontrati oggi sull’isola di Utoya

di   Aldo Ciummo

Oggi centinaia di norvegesi si sono incontrati sull’isola che è stata teatro di uno degli avvenimenti più tristi della storia europea degli ultimi decenni per ricordare gli amici scomparsi a causa dell’attentato di un estremista di destra assicurato alla giustizia dalle autorità norvegesi subito dopo la strage. Il Primo Ministro Jens Stoltenberg era presente alla cerimonia, che lascia sperare che l’isola ritorni presto ad essere uno dei simboli del pluralismo e della democrazia norvegesi.

Le istituzioni e la popolazione norvegesi hanno risposto con grande equilibrio ad un dramma che ha inferto una ferita sentita in tutto il Nordeuropa alle abitudini di confronto e discussione consolidate in quest’area del nostro continente, rapidamente le attività sono riprese come sempre e tutte le organizzazioni della vita associata hanno espresso la ferma volontà di proseguire nella crescita civile che ha contraddistinto il paese negli ultimi secoli.

La società norvegese, incluse le forze di opposizione, ha espresso chiaramente la propria adesione ai sentimenti di parenti ed amici delle persone che si trovavano ad Utoya ed ha ribadito l’adesione ai princìpi di libertà e solidarietà che hanno caratterizzato la crescita socioeconomica e culturale della nazione scandinava nel contesto internazionale contemporaneo, valori che non vengono scossi da un gesto isolato e da posizioni ultraconservatrici nettamente minoritarie nel paese.

Lo stato norvegese assicura un livello molto alto di rispetto dei diritti individuali e sociali ed è stato classificato dal Wto come il paese con il più alto livello di parità di genere. La Norvegia è nota nel mondo per la tutela ambientale che porta avanti nel Grande Nord, nelle aree polari, oltre che per il massiccio impegno profuso nella cooperazione internazionale e nell’aiuto ai continenti in difficoltà. Oslo è da decenni un punto di riferimento per il supporto che fornisce ai paesi in via di sviluppo ed è un partner prezioso per gli altri paesi europei pur non facendo parte formalmente della UE, lavorando assieme ai vicini nello Spazio Economico Europeo.

NOW Norvegian Way da Nord a Sud Europa

 

Inaugurato l’anno di Roald Amudsen e Fridtjof Nansen le organizzazioni norvegesi hanno avviato un anno di cultura arte e spettacolo per favorire l’incontro tra le culture sui diversi territori, grande l’impegno dell’ Ambasciata di Norvegia a Roma

Questo è un anno importante per la Norvegia, che proprio il 23 gennaio 2011 presso il centro Fram, a Tromso, ha visto l’inaugurazione degli eventi dedicati a Fridjof Nansen (1861 – 1930) ed a Roald Amudsen (1872 – 1928), la cui fama è partita rispettivamente dal Polo Nord e dal Polo Sud e che ricorda oggi l’istinto per la scoperta del popolo nordico.

La Norvegia, grazie all’impegno dell’Ambasciata a Roma sta ripartendo anche quest’anno con una serie di iniziative per avvicinare all’Italia la cultura che si è espressa nei diversi settori della letteratura, dello spettacolo, dell’arte e della ricerca scientifica, protagonista oggi anche con il contributo importante che Oslo sta dando con le energie alternative anche in Italia con i suoi investimenti.

Cominciamo dal ricordare che in Italia saranno promosse diverse iniziative dedicate ai due esploratori, ma segnaleremo ai nostri lettori molti altri eventi che lo stato nordico e le associazioni ed organizzazioni di cittadini norvegesi in Italia porteranno avanti nel corso dell’anno e molte delle quali come di consueto saranno seguite da vicino dal sito e con gli altri spazi a disposizione. 

Per quanto riguarda Roald Amudsen, sono oramai trascorsi cento anni da quando l’esploratore raggiuse il Polo Sud e ne sono passati ben centocinquanta dalla nascita di Nansen, che ebbe anche un ruolo di primo piano come diplomatico, molto attivo in favore di popolazioni oppresse e premio Nobel nel 1922. Nel Polo Nord Nansen arrivò a piedi alla latidudine di 86° 14′, prima di lui nessuno lo aveva fatto.

Il 17 febbraio, presso il Circolo Scandinavo di Roma del cui impegno nella cura della cultura delle comunità nordiche presenti a Roma anche la stampa nazionale si è occupata recentemente, l’Ambasciata Norvegese a Roma ha presentato la serie di iniziative per promuovere in Italia le espressioni artistiche contemporanee della Norvegia e molti eventi sono in programma a Milano e Roma come a Bologna, Firenze, Foligno, Isola d’Elba, Mantova, Venezia, Cosenza ed altri centri.

Sono previsti appuntamenti di musica, cinema, teatro e molti altri spunti di conoscenza di una nazione il cui ruolo internazionale va consolidandosi e di cui si auspica una cooperazione sempre maggiore con il resto d’Europa.

Aldo Ciummo