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Nubifragi nel sud della Svezia oggi

  

La zona dello Skagerrat è quella maggiormente investita dal maltempo che sta attraversando il meridione del paese scandinavo

Autunno in anticipo quest’anno per la Svezia: pioggia e vento stanno battendo l’area dello stretto dello Skagerrat, tra Svezia e Norvegia, l’acqua si è fatta vedere spesso soprattutto nello Svealand e nel sud del Norrland nei giorni scorsi.

Da una parte, come nota lo Swedish Meteorogical and Hydrological Institute, questo è il normale tempo autunnale talvolta. D’altra parte però l’autunno quest’anno si sta facendo vedere presto nel nord della Ue.

Altre regioni che aspettano la loro razione di vento in questo giorni, sono il Vastra ed il sud del Gotaland, oltre alla costa di Bohuslan. Martedì la zona del Vanern ha registrato quaranta millimetri di precipitazioni.

Coloro che navigano nello Skagerrat hanno ricevuto informazioni sul maltempo per gestire meglio l’anticipato autunno. Qualche avvertimento è stato inviato dalle autorità preposte al meteo anche sul Baltico. La Svezia ha avuto una buona estate, che ha consentito ai numerosi visitatori di apprezzare una stagione ricca di eventi culturali e manifestazioni tradizionali.

Gli eventi atmosferici infatti hanno fatto parlare di loro soltanto in isolate occasioni, come le piogge sovrabbondanti a Malmo e nella Scania intorno al 15 agosto, episodi che peraltro non hanno causato eccessivi disagi.  Il sud della Svezia è stato anzi al centro di molti dei più graditi eventi culturali e folcloristici che hanno fatto del paese una delle mete più gettonate dell’anno.

Aldo Ciummo

DA EUROBULL | Una opinione sugli accordi in materia di clima

L'inquinamento minaccia l'ecosistema e con questo economia e rapporti sociali nel pianeta, il mondo sviluppato porta una significativa parte della responsabilità per la sorte dell'ambiente e di quale sarà la sua fisionomia futura

Oggi il sito propone – augurando buone feste ai lettori – l’invito alla lettura di un articolo di Antonio Longo apparso due giorni fa sul sito dei giovani europeisti, una opinione ed una esortazione ad un salto di qualità nella decisione di incidere da parte dell’Unione Europea di cui questi paragrafi sono l’introduzione. Longo esamina le ragioni degli insuccessi registratisi al vertice di Copenaghen

 

Quando un vertice così atteso si chiude con un accordo pressoché inesistente, un inevitabile senso di frustrazione e di impotenza pervade l’opinione pubblica, perfettamente consapevole del fatto che è in gioco il bene pubblico mondiale per eccellenza: il futuro di questo pianeta, a partire dalle prossime generazioni.

Ogni ‘gioco’ che riguarda la società nel suo complesso, nella sua parte più piccola (un semplice quartiere) come nella sua più grande (il mondo intero) viene giocato, come sempre, con le regole della politica. Ma le regole della politica che conosciamo sono ancora quelle della politica nazionale, mentre il bene pubblico in discussione – la salvezza del pianeta – è mondiale.

Qui sta la vera contraddizione, che quasi nessuno mette in evidenza, riducendo il tutto alla buona o la cattiva volontà dei governanti. Il problema non è tanto la loro buona o cattiva volontà, quanto il quadro di potere entro il quale agiscono. Se il quadro politico è nazionale, il loro punto di vista non può che essere nazionale. Xie Zenhua, capo-delegazione cinese a Copenhagen, lo ha detto in modo chiarissino: “Noi cinesi abbiamo preservato il nostro interesse nazionale e la nostra sovranità”.

Ma anche gli altri, americani, indiani, e via di seguito, ragionano allo stesso modo: al tavolo di qualsiasi trattativa internazionale ogni capo di governo si pone sempre il problema di cosa porta a casa per il proprio paese, non per l’intera umanità (per continuare la lettura, visitare il sito www.eurobull.it)

(questo è un articolo di Antonio Longo, l’articolo nella sua interezza si trova su Eurobull ed i pochi paragrafi pubblicati su www.skapegoat.wordpress.com rappresentano un invito a visitare Eurobull: nessun amico dell’Europa è un concorrente, NdR)

Occupazione e ambiente, l’esempio di Londra

Stephen Lowe, consigliere per gli Affari Globali dell’ambasciata britannica a Roma, in una recente intervista all’agenzia nazionale Ansa ha stimato in 800.000 i posti di lavoro creati nel settore ecosostenibile di beni e servizi. Si avvicina Copenaghen e sul piatto c’è un accordo importante per il futuro del pianeta. I paradisi del Pacifico sono a rischio e in Europa un innalzamento della temperatura e del livello dei mari colpirebbe molto duro a Nord come a Sud (ed anche in Italia)

 

Una ricerca, presentata oggi dall’ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, e di cui le maggiori agenzie hanno dato notizia, illustra gli effetti pesantissimi che il cambiamento climatico sortirebbe. Lo studio è una mappa interattiva tracciata dal MET, servizio metereologico britannico. Tra ottanta anni in Italia la temperatura potrebbe essere di otto gradi maggiore rispetto alla media nei giorni più caldi dell’estate, si immaginino le conseguenze cliniche su una parte significativa della popolazione, in un paese abitato da molti anziani e naturalmente esposto alla diffusione di malattie di importazione, in un mondo globalizzato.

Non solo per l’Italia, ma per tutto il Mediterraneo, una massiccia riduzione delle risorse acquifere significherebbe non soltanto l’acuirsi di problemi sociali già difficili a causa di inefficienze ed iniquità distributive (ed anche come conseguenza di problemi strutturali ed infrastrutturali), ma anche una riduzione delle risorse agricole capace di portare a contrazione della ricchezza, aumento della disoccupazione e disagi alimentari in alcuni paesi dell’Africa e del Medio Oriente.

Stephen Lowe ha reso noto che nel Regno Unito 800.000 posti sono stati creati nel settore della economia ecosostenibile, tra il comparto dei beni e quello dei servizi. D’altronde l’Inghilterra gode di una prospettiva maggiore di quella di molti altri paesi riguardo alle vicende globali, cui di certo non è estranea la profonda conoscenza storica dell’area del Pacifico, una delle più minacciate dalle trasformazioni indotte dall’inquinamento. Pensare al clima oggi è infatti innanzitutto un atto di responsabilità verso i paesi più fragili anche economicamente ed ad esempio verso gli arcipelaghi del Pacifico la cui tutela è un test valido per il resto del pianeta perchè essi rappresentano l’equilibrio tra uomo ed ambiente.

Nauru, isole Salomone, Marshall, Fiji, Kiribati, Tuvalu, Palau infatti rilanciano rispetto agli obiettivi del mondo sviluppato e chiedono una riduzione del 40% delle emissioni nocive entro il 2020. L’Europa ha proposto il venti per cento (riprendiamo questi dati dall’Ansa). Nel caso tutti gli stati contribuiscano, si penserebbe di fissare l’obiettivo del 30%. I paesi meno sviluppati vogliono che sia riconosciuto il diritto di promuovere quella che è un pò la loro rivoluzione industriale e che le nazioni più ricche li aiutino, se vogliono che tutti costruiscano una economia verde.

Un segnale molto positivo, anzi due segnali, sono venuti dall’annuncio di Barak Obama, che parteciperà al vertice nei giorni più importanti, seguito dal premier indiano Manmohan Singh, che ha detto che ci sarà anche lui. Rispetto agli Usa, l’Unione Europea ha fissato sempre paletti più elevati e specialmente adesso, sotto la Presidenza Svedese e con la spinta anche della Danimarca che ospita il vertice, sta lavorando per un accordo il più responsabile possibile.

Aldo Ciummo

FESTIVAL|Riflessioni sull’acqua

L’acqua al centro della decima edizione dell’Andersen festival, a Sestri Levante (Ge) dal 22 al 25 maggio. Acqua da bere, su cui navigare, che muove interessi economici e diventa causa di guerre. Tra gli artisti Vinicio Capossela, Caterina Guzzanti, Oliviero Beha/ Vai al sito

Articolo scritto da ELISA PALAGI (La Nuova Ecologia)

Quattro giorni densi di appuntamenti, tutti gratuiti, nella cittadina ligure. Teatro di strada, racconti, musica, spettacoli, conferenze, fanno vivere la memoria dell’acqua in tutte le sue implicazioni. Gli eventi sono progettati per il proprio luogo di esecuzione e creano nuovi punti di vista e nuove immagini negli spazi comuni della quotidianità. È così possibile scoprire in modo nuovo il territorio, le piazze, il castello, le spiagge. Si tratta della prima tappa del progetto Aria 2008, che prevede il secondo appuntamento all’isola Palmaria, di fronte a Portovenere (Sp), dal 17 al 20 luglio. Uno scenario naturale selvaggio, con spazi normalmente non fruibili, preservato dalla speculazione edilizia, ospiterà gli eventi di PalmAria 2008.

Da giovedì 22 a domenica 25 il pubblico è invitato a scoprire Sestri Levante, in provincia di Genova, e a incontrare artisti e esperti capaci di emozionare e far riflettere. Suggestivi i racconti sulla spiaggia della Baia del silenzio, un anfiteatro naturale in cui gli spettatori si sdraiano sulla sabbia. Lo scrittore Maurizio Maggiani racconta le sue avventure acquatiche, riflettendo su come cambiano i paesaggi interiori e esteriori.
È poi atteso il concerto-reading di Vinicio Capossela, intitolato “Storie di marinai, balene e profeti”, sabato alle 22. Tra i narratori, inoltre, il regista Pippo Delbono e Caterina Guzzanti. (leggi tutto…)