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Europa ed Australia, crescono i legami economici

Per l’Italia il 2014 si è aperto con l’avvio di diverse iniziative in comune con il paese del Pacifico

 

 

Si moltiplicano le occasioni di cooperazione economica tra Europa ed Australia e l’Italia ha visto aprirsi varie opportunità di sviluppo nell’area dell’Asia-Pacifico tra 2013 e 2014. Quest’anno David Ritchie è passato a rappresentare l’Australia in Germania, mentre Doug Trappett è diventato il responsabile in Italia. Mentre Ritchie avrà a Berlino competenze che comprenderanno anche i rapporti con la Svizzera, Trappett ora sta aggiungendo la significativa esperienza in Italia ad impegni svolti in paesi emergenti, come gli Emirati Arabi.

L’Italia è stata al centro dell’attenzione australiana nel 2013, quando il portavoce laburista Anthony Albanese ha visitato il governo italiano, anticipando i temi del G20 che sarà presieduto da Canberra nel 2014. All’Australia spetterà l’allestimento di appuntamenti come il Business 20, con la prospettiva di avanzare proposte sull’incoraggiamento della crescita socioeconomica globale negli anni futuri.

L’autunno scorso si sono svolti in tutta Italia eventi finalizzati a diffondere la cultura del paese del Pacifico, come l’iniziativa della società Grande Exhibitions – attiva nella creazione di esposizioni caratterizzate da un rilevante investimento nella tecnologia – appuntamento che ha attraversato Milano, Roma, Venezia, Assisi.

Inoltre l’allora ambasciatore è intervenuto all’Università Ca’ Foscari sul tema dell’Asia-Pacifico e delle relazioni tra Italia ed Australia: con la partecipazione del rettore Carlo Carraro, di Rolf Petri (direttore della School of International Relations) di Alide Cagidemetrio (vice rettore per le relazioni internazionali) e del vice direttore della School for International Relations, Antonio Trampus, a partire da aprile del 2013 è stato siglato un memorandum di intesa tra l’Università Ca’ Foscari e la Sydney University of Technology.

Anche nel campo della cultura si guarda all’identità di questo paese ed ai suoi legami con il Mediterraneo, se già alla fine del 2013 il coro della Brighton Secondary School si è esibito a Pesaro e Roma, protagoniste saranno anche le arti visive: Fiona Hall, con le installazioni e l’architettura rappresenterà l’Australia alla Biennale di Venezia del 2015, con una attenzione particolare all’ecologia nell’epoca della globalizzazione.

Non manca la comunità scientifica, il programma di ricerca italiano in Antartide, battezzato “Auspicio” il cui finanziamento ha avuto il via libera a novembre, si basa su una collaborazione con il Bureau of Meteorology del governo australiano e riguarderà lo studio dell’alta atmosfera e delle sue le condizioni attuali.

Ma in questo periodo la collaborazione internazionale attira soprattutto l’interesse degli operatori economici: si è fatto notare il successo di Salini Impregilo nel vincere una commessa a Sidney per la progrettazione e la costruzione del ponte “Skytrain”, un tassello fondamentale della nuova North West Rail Link, importante opera ferroviaria di collegamento, dal valore di circa duecentoventi milioni di euro. L’assegnazione ha portato alla ufficializzazione dell’incarico il 18 dicembre dell’anno da poco conclusosi.

Aldo Ciummo

 

La UE chiede più sicurezza per la navigazione

 Il Parlamento Europeo ritiene che gli strumenti militari non siano sufficienti a rimuovere le cause dell’insicurezza delle rotte marittime
Durante la settimana scorsa, giovedì, l’Europarlamento ha chiesto ai governi con una risoluzione che la protezione delle navi europee venga sì rafforzata, ma nel quadro di progetti che affrontino anche le cause del fenomeno della pirateria sulle rotte marittime. In particolare, a livello europeo ormai si ritiene che sia necessario un maggiore coordinamento tra l’Unione Europea e la Nato.
All’inizio del 2012 le navi che erano state messe a disposizione dagli stati componenti l’Unione Europea per rafforzare l’operazione UE Navfor Atalanta sono state ridotte da otto a tre, perciò esiste una criticità anche sul versante difensivo tradizionale oltre che un problema legislativo che i deputati europei propongono di affrontare mediante l’istituzione di tribunali speciali per questi reati.
Centonovantuno marinai di navi europee si trovano tuttora in ostaggio e sette navi non sono state ancora rilasciate. Esiste poi il problema di autorità regionali, diverse dallo stato di bandiera, che arbitrariamente ordinano provvedimenti di arresto o di blocco di navi, un fatto che in base al diritto internazionale è assimilabile ad un sequestro illegale.
I fenomeni di pirateria che si sono andati moltiplicando negli ultimi anni hanno posto un altro problema ancora, ossia l’accordo ormai urgente su regole comuni per disciplinare l’uso di personale armato che è sempre più frequente sulle navi e che in assenza di una adeguata legislazione internazionale sulla minaccia alle rotte commerciali viene utilizzato come soluzione. La risoluzione è stata approvata con 434 voti favorevoli, 100 contrari e 5 astensioni.
Aldo Ciummo

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Il 9 maggio, festa dell’Europa, i giovani federalisti europei promuovono tre iniziative a Roma

Una conferenza alla Facoltà di Economia, un incontro al liceo Mamiani e una serata al Rockodile: sono gli appuntamenti organizzati dall’MFE per discutere di UE la prossima settimana
Una conferenza alla facoltà di economia la mattina del 9 maggio, un’altra al liceo Mamiani sempre durante la mattinata ed una serata in via delle Tre Cannelle sono gli appuntamenti organizzati dai giovani federalisti europei di Roma e dal Movimento Federalista Europeo, una realtà continentale di cui fanno parte ragazzi di qualsiasi orientamento politico.
 L’obiettivo è il raggiungimento di una maggiore integrazione nella comunità ed un livello di partecipazione e di solidarietà europeo che è mancato nelle recenti crisi mediterranee e non.
Nell’incontro al liceo Mamiani ci sarà un momento dedicato alla dichiarazione Schuman, seguito dalla proiezione di un video su Altiero Spinelli, mentre la serata si svolgerà al Rockodile, vicino via IV novembre. La giornata di iniziative si svolgerà con il sostegno del Cime.

Il Movimento federalista europeo è nato nel 1943, dall’iniziativa di alcuni intellettuali antifascisti guidati da Altiero Spinelli ed ha proseguito la sua attività nel corso degli anni con lo scopo di creare una vera Federazione Europea, che possa risolvere la perdurante (e oggi acuta in modo particolare) crisi dello Stato nazionale.

Il movimento europeista è convinto che solo in questo modo l’Europa potrà essere all’altezza delle sfide ogni giorno più urgenti, contribuendo alla nascita di meccanismi di governo globale e partecipato: proprio per raggiungere quest’obiettivo il Mfe non si appoggia a nessun gruppo politico nazionale, nella convinzione che ogni sensibilità politica possa essere interessata a creare un’Europa più forte e più democratica.

La Federazione che i giovani federalisti europei vogliono, dovrebbe  superare l’idea di patto tra governi che caratterizza l’attuale UE, per unire davvero i cittadini europei in un’unica democrazia, conservando le differenze tra gli Stati europei, ma valorizzandole in un quadro unitario di collaborazione reciproca e di efficace azione comune.

Aldo Ciummo

 

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L’Europa prende provvedimenti contro il disboscamento illegale

Nella settimana scorsa il Parlamento Europeo ha accordato il proprio consenso a due accordi internazionali, con Libera e Repubblica Centrafricana, per contrastare il disboscamento illegale

Gli accordi recentemente siglati dal Parlamento Europeo per promuovere il commercio sostenibile del legname avranno anche l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla questione, ha affermato la relatrice dell’Europarlamento, Elisabeth Kostinger (PPE, Austria) prima del voto che ha avuto come scopo principale evitare che i proventi del legname liberiano finiscano investiti in armamenti.

L’Unione Europea in sintesi lascerà entrare soltanto prodotti di legname legali, in base ad accordi volontari di partenariato (voluntary partnership agreement – VPAs) che impegnano i paesi ad esportare nella UE prodotti dal percorso verificato. L’Unione Europea garantirà come contropartita un accesso privilegiato ai prodotti che rientrano negli accordi menzionati.

Difatti le stime a disposizione della UE registrano la distruzione di una foresta di dimensioni paragonabili a quelle di un campo da calcio ogni due secondi, in un anno ciò significa danni per dodici miliardi di euro, senza contare l’effetto sull’ambiente, incalcolabile in termini puramente economici ed immediati. Dall’ottobre del 2010 la UE sta cercando di affrontare questo problema.

Il nuovo sistema di monitoraggio prevede il coinvolgimento di esperti indipendenti e provenienti dalla società civile. La Banca Mondiale ha affermato, in seguito ad uno studio, che in alcuni paesi il disboscamento illegale rappresenta il novanta per cento dell’attività di disboscamento, con immaginabili legami dell’economia del paese con fenomeni di corruzione e di criminalità.

Aldo Ciummo

 

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Le imprese norvegesi si presentano alla Fiera del Mobile di Milano

Alla manifestazione sarà presente anche un rappresentante del Governo Norvegese, la sottosegretaria all’Industria Rikke Lind

L’impresa norvegese punta sul Salone Internazionale del Mobile di Milano, infatti in occasione dell’apertura del padiglione il prossimo giovedì è prevista la presenza dell’Ambasciatore di Norvegia in Italia, Bjorn Grydeland, del Direttore del Consiglio del Mobile Norvegese (Norsk Industri) Egil Sundet, ma anche di un rappresentante del Governo Norvegese: la sottosegretaria al Ministero del Commercio e dell’Industria, Rikke Lind.

La Norvegia, con la partecipazione diretta del governo all’iniziativa che si svolge a Milano, evidenzierà il progetto di internazionalizzazione che il settore del mobile norvegese intende portare avanti.

Il marchio dell’evento è InsideNorway.no , un simbolo che identifica la produzione del paese scandinavo all’estero, le imprese più rappresentative selezionate sono sei: HAG, Vàrier, LK Hjelle, Roros Tweed, Stordal, Fjord Fiesta.

L’iniziativa viene patrocinata dal Consiglio del Mobile Norvegese (Norsk Industri), dalla reale Ambasciata di Norvegia in Italia, da Innovation Norway, agenzia governativa per lo sviluppo del commercio estero.

Aldo Ciummo

 

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Energie alternative al centro della ripresa in Europa

In Grecia si scommetterà sulle energie rinnovabili per rimettere in piedi il paese, ma l’ecosostenibilità è una prospettiva che l’Unione Europea sta sostenendo nel mondo

Ieri la Grecia ha dato notizia assieme alla UE del suo progetto di far ripartire la crescita socioeconomica anche grazie alle energie rinnovabili, con il progetto Helios, un grande progetto nel fotovoltaico, che la Commissione europea sosterrà rendendone possibile la realizzazione su ben duecento chilometri quadrati del territorio greco.

Ma è l’Unione Europea che nel suo insieme sta mettendo le energie alternative e l’economia ecosostenibile al centro dell’agenda per riportare l’Europa ad una posizione guida negli indirizzi economici dei prossimi decenni: alla fine di marzo Connie Hedegaard (Commissario europeo per il Clima) ha sostenuto un sistema di tassazione che scoraggia l’incremento di CO2.

Su questa materia Stati Uniti e Cina hanno espresso pareri molto diversi da quello europeo, mentre l’Unione Europea si è posta all’avanguardia nel contrasto alle emissioni nocive per il clima, attivandosi in questi anni per migliorare il regolamento delle quote di emissioni inquinanti consentite.

Esiste il problema dei paesi come l’India che stanno attraversando proprio adesso una fase di espansione economica non sempre accompagnata da un livello altrettanto elevato di tutela dell’ambiente, il tema non è facile perchè la crescita industriale sta permettendo in queste nazioni di sottrarre fasce importanti di popolazione alla povertà: ecco perchè la soluzione delle contraddizioni che riguardano la gestione dell’ecosistema non può essere slegata dalla necessità di avviare processi di redistribuzione del reddito in contesti dove questo è estremamente concentrato.

Aldo Ciummo

 

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Herning ospita alcune tappe del giro d’Italia

Parte della storica competizione sportiva si svolgerà nella cittadina danese, l’iniziativa è stata presentata dall’Ambasciata Danese in questa settimana

L’ Ambasciata danese il 14 marzo ha presentato, presso la residenza dell’ambasciatore a Roma Birger Riis-Jorgensen, il novantacinquasimo giro d’Italia, che per tre tappe si svolgerà in Danimarca, partendo da Herning il 5 maggio.

All’evento hanno preso parte anche diversi esponenti delle istituzioni italiane, dal presidente della Commissione sulla sanità, Antonio Tomassini, al direttore degli Affari Internazionali nel Ministero della Salute, Giuseppe Ruocco. Hanno partecipato alla iniziativa anche la Novo Nordisk Italia e la Italian Welness Alliance.

La Rcs sport ha ricordato che la Danimarca ha chiesto di ottenere la tappa nel 2013 quando si era ancora nel 2010, in modo da avere a disposizione tutto il tempo di organizzarla. Herning è una città che si trova nella regione del Midtjylland, ha circa cinquantamila abitanti e la sua crescita risale agli inizi del milleottocento, quando si sviluppò in questa zona l’industria tessile.

Lo sport ed il ciclismo in particolare sono al centro di una articolata politica ambientale in Danimarca, dove i problemi relativi all’inquinamento ed al traffico urbano sono stati in gran parte limitati attraverso una decennale programmazione dell’edilizia e della viabilità.

Aldo Ciummo

 

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Sarà un ambientalista il prossimo presidente della Finlandia?

La Finlandia sceglie il presidente: Ninisto con il 37 per cento dei voti al primo turno e Haavisto con quasi il 19 per cento sono in pista al secondo turno

di    Aldo Ciummo
Al termine delle elezioni di domenica 22 gennaio, con le quali i finlandesi hanno votato per scegliere il Presidente della Repubblica dopo i due mandati della socialdemocratica Tarja Halonen, i giornali dei paesi limitrofi descrivono il voto come un referendum a favore della UE, scrivendo che la crisi economica e la tradizione di solidarietà e pragmatismo dei paesi nordici hanno archiviato le tentazioni xenofobe di partiti che non sono stati ammessi al governo.
Il Centrodestra di Sauli Ninistö (Partito della Coalizione Nazionale) ha vinto ma con il 37 per cento, meno delle previsioni che tre mesi fa lo volevano presidente al primo turno e significativamente al di sotto a di quelle che pochi giorni fa gli assegnavano  più del 40 per cento dei voti. Ninistö ed Haavisto, Centrodestra e Verdi, vanno al secondo turno il 5 febbraio. Ninistö rappresenta il Centrodestra moderato e liberale ed Haavisto è molto conosciuto per le sue iniziative a favore dei diritti umani a livello internazionale. Haavisto ha portato avanti per la UE i colloqui di pace in Sudan e diversi programmi ambientali dell’ONU in Iraq, Afghanistan, Kosovo, Romania, Liberia.
I partiti  di Centrosinistra che partecipano al governo di Jyrki Katainen (Governo di coalizione guidato dal Centrodestra) non hanno potuto presentarsi come forze di opposizione in una campagna elettorale come quella che si è svolta. Il candidato socialdemocratico Lipponen nei sondaggi non è arrivato al sette per cento, pur essendo stato il Primo Ministro più duraturo (dal 1995 al 2003) alla guida di due governi di coalizione e presidente del Parlamento (dal 2003-2007 durante il primo governo di Matti Vanhanen, rappresentante del partito di Centro all’epoca in coalizione con i Socialdemocratici, “Suomen Sosialidemokraattinen Puolue).
Timo Soini (Veri Finlandesi, “Perussuomalaiset”) è rimasto al 9,5 per cento, poco più degli ultimi sondaggi ma molto meno delle ultime elezioni. Fortunatamente, la cultura europeista che ha portato alla formazione di un governo di unità nazionale piuttosto che includere nel governo liste isolazioniste come i Veri Finlandesi sembra abbia già ridimensionando, oggi come in passato, una forza che presenta sfumature preoccupanti di chiusura, ad esempio in fatto di immigrazione. Ad Helsinki non sono novità nè nè le grandi coalizioni nè gli exploit elettorali effimeri tipici di stagioni euroscettiche.
Paavo Väyrynen, candidato del Partito del Centro (“Suomen Keskusta”), l’altro escluso dal governo e con qualche posizione euroscettica, sembrava l’unico che possa contendere il secondo posto ai Verdi ma con il 17,5 per cento è rimasto dietro ai Verdi quanto basta per concedere agli ambientalisti di passare al secondo turno. Väyrynen è stato Ministro fin dagli anni settanta, agli Esteri più volte, dal 1977 al 1982, dal 1983 al 1987 e dal 1991 al 1993. Il candidato del partito del Centro è rimasto nella sua linea di moderato euroscetticismo e di netto non allineamento (inclusa l’opposizione all’ingresso della Nato in tempi rapidi) e di buone relazioni con la Federazione Russa.
Sono cresciuti molto infatti gli ambientalisti (“Virheä Liitto”) guidati da Pekka Haavisto, arrivando al 18,8 per cento, in pratica già ad un quinto degli elettori. Haavisto è stato il primo ministro dei Verdi in un governo nazionale nel mondo, quando nel 1995 è entrato a far parte del governo Lipponen (coalizione a guida socialdemocratica), come Ministro dell’Ambiente dal 1995 al 1999.
Paavo Arhinmäki, candidato dell’Alleanza di Sinistra (Vasemmistoliitto) è andato bene tra i giovani, numericamente e socialmente importanti in Finlandia come in molti paesi vicini. Già nei sondaggi che precedevano le consultazioni elettorali il traino delle campagne antieuropeiste dei Veri Finlandesi pareva esaurito e il ribasso evidente dei movimenti euroscettici in questi anni comincia ad essere rispecchiato dalla vivacità dell’ altra parte dell’arco politico finlandese, con la definizione più chiara delle posizioni dei Verdi, ormai non più solo alternativi, e dell’Alleanza di Sinistra. Ma sono gli ambientalisti, I Verdi che affronteranno Sauli Ninisto, mentre ormai è finito l’ascendente degli euroscettici populisti di Timo Soini ed anche la presa dell’altro candidato abbastanza euroscettico, Paavo Väyrynen (Centro).
Il Centrodestra ha perso terreno rispetto ai sondaggi precedenti, mentre crescevano gli ambientalisti di Pekka Haavisto, (arrivati al 19%, con un guadagno di sette punti percentuali in pochi giorni). L’affluenza minore delle aspettative (72%) indica disaffezione alle proposte coincidenti con il Governo in carica (guidato dal partito di Sauli Ninistö, che esprime il Primo Ministro, Jyrki Katainen) mentre restano alla sua sinistra elettori che adesso vedono che Pekka Haavisto, ambientalista di governo (il suo partito fa parte della grande coalizione escludere gli euroscettici e i populisti di destra) può farcela se i cittadini orientati verso i socialdemocratici, la sinistra e i liberali al primo turno lo sceglieranno nel secondo, che si terrà il 5 febbraio.
Conferma la crisi dei Socialdemocratici il 6,7 per cento di Paavo Lipponen, ex Primo Ministro, si pensi che nel recente passato, dopo la lunghissima presidenza centrista di Urho Kekkonen negli anni ’60 e ’70, cioè dall’inizio degli anni ottanta ad oggi, i presidenti che si erano succeduti sono stati in seguito tutti socialdemocratici. Eva Biaudet (Partito degli Svedesi) al 2,7 e Sari Essayah (Critistianodemocratici) al 2,5 hanno fallito di fatto nelle elezioni presidenziali di domenica scorsa.
La carica di Presidente della Repubblica in Finlandia (Suomen Tasavallan Presidentti) sta vedendo a partire dalla riforma del 2000 una riduzione dei propri poteri, ma nella Costituzione Finlandese mantiene prerogative non indifferenti ad esempio in politica estera. La riforma costituzionale di poco più di un decennio fa ha smussato le possibilità di azione del presidente in materia di politiche europee, spostando progressivamente queste ultime nell’ambito della politica interna, che ricade sotto i poteri del Primo Ministro e del Governo.  Il ruolo del Presidente rimane centrale nella gestione della politica estera extraeuropea, con la capacità di influire su questioni centrali in Finlandia come i rapporti con la Federazione Russa e sul dibattuto ingresso di Helsinki nella Nato, tuttora improbabile nel breve e medio termine.
Quanto al favorito, Sauli Ninistö, il candidato del Partito della Coalizione Nazionale, Ninistö , ha ricoperto importanti cariche, è stato ad esempio Ministro delle Finanze dal 1996 al 2003, più a lungo di tutti i politici finlandesi, in governi di coalizione guidati dagli avversari socialdemocratici di Paavo Lipponen.  Il candidato del Partito della Coalizione Nazionale ha una vasta esperienza delle istituzioni europee e dei meccanismi economici europei. Sauli Ninistö è stato anche presidente del Parlamento unicamerale finlandese (Eduskunta) dal 2007 al 2011, durante i governi a guida centrista di Matti Vananhen (2007-2010) e di Mari Kiviniemi (2010-2011), di cui il Partito della Coalizione Nazionale faceva parte:  è identificato come un sostenitore dell’impresa e del rigore.
Paavo Arhimäki ha trentacinque anni, il programma del suo partito, l’Alleanza di Sinistra, include il rafforzamento della protezione sociale delle fasce sociali più deboli, più attenzione alle tematiche giovanili, difesa della laicità, sostegno alle unione civili anche tra coppie dello stesso sesso, protezione dell’ambiente. Arhinmaki e la lista che rappresenta sono contrari all’ingresso nella Nato e si oppongono ad una Unione Europea più chiusa.
Eva Biaudet è la candidata del Partito degli Svedesi (“Ruotsalainen Kansanpuolue”), una importante minoranza in Finlandia (dove anche lo svedese è lingua ufficiale), la sua lista ha una lunga storia, ha espresso personalità di governo in ruoli centrali in diversi decenni e differenti esecutivi, incluso l’attuale governo. Biaudet è il difensore dei diritti delle minoranze (Ombusdsman) in Finlandia e componente del forum dell’ONU sulle questioni indigene (in Finlandia c’è la comunità lappone): ha posizioni liberali.
Sari Essayah è la candidata dei Cristianodemocratici (“Kristillisdemokraatit”), europarlamentare dal 2009 e segretaria del partito dal 2007 al 2009. E’ contraria all’aborto e si oppone all’eventuale entrata della Finlandia della Nato. E’ nata da madre finlandese e padre marocchino ed è una sportiva (atletica) ha vinto premi mondiali ed europei. Il 5 febbraio occorrerà valutare a chi andranno i consensi di Lipponen e di Arhimaki (intorno al 6 o 7 per cento a testa) e i pochi punti percentuali di cristianodemocratici e partito degli svedesi. I progressisti di vario orientamento e gli indecisi che al primo turno pensavano non ci fosse modo di affrontare il Centrodestra potrebbero essere determinanti.
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Cosa può fare l’Italia per rilanciare la UE?

Sabato a Roma la “Convenzione sul ruolo dell’Italia per rilanciare l’obiettivo della Federazione Europea”

Il 13 gennaio 2012 si svolge la conferenza stampa organizzata dal Movimento Federalista Europeo (MFE) e dalla Gioventù Federalista Europea (GFE) in vista della “Convenzione sul ruolo dell’Italia per rilanciare l’obiettivo della Federazione Europea” promossa dal movimento federalista e dalla sua sezione giovanile e previsto per sabato mattina, il 14 gennaio, presso il Teatro Capranica di Roma. Alla conferenza stampa di venerdì, alla sala stampa della Camera dei Deputati (via della Missione 4) interverranno Lucio Levi (presidente del Mfe), Sandro Gozi (presidente intergruppo parlamentare per la federazione europea), Paolo Acunzo (vicesegretario del Mfe) e Tommaso Visone (direzione nazionale Gfe).

Verranno illustrati i punti principali al centro dell’iniziativa e sarà presentata l’iniziativa che si terrà a Roma in occasione del vertice Monti-Merkel-Sarkozy il 20 gennaio 2012. Per il Movimento Federalista Europeo, che non è un partito ma un’associazione di cui fanno parte persone di tutti gli orientamenti convinte della necessità di accelerare ed approfondire il percorso in direzione di una Europa effettivamente unita anche politicamente e socialmente, il vertice svoltosi a Bruxelles l’8 e 9 dicembre 2011 e l’accordo con cui la Germania e la Francia hanno cercato di avviare il rafforzamento dell’unione monetaria (accordo di cui al momento non fa parte il Regno Unito per scelta del governo britannico) indica che si è aperta una nuova fase nel processo europeo, pur in presenza di divisioni.

Diventa ancora più significativo adesso il ruolo che l’Italia può giocare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sottolineano i federalisti, che evidenziano soprattutto gli incontri dei capi di stato e di governo di Francia, Germania ed Italia nella promozione del metodo federale al posto di quello untergovernativo e per introdurre piani di sviluppo sostenibile nelle proposte di trattato per una unione fiscale ancora poco definita. Il Movimento Federalista perciò ha proposto ai rappresentanti delle principali forze politiche, sindacali, imprenditoriali e della società civile italiana una Convenzione per la federazione europea, obiettivo reso più urgente dalla situazione globale, che una Europa unita nell’utilizzare le proprie risorse economiche, cognitive e politiche può affrontare adeguatamente.

Sabato 14 gennaio i lavori presieduti da Lucio Levi, presidente nazionale della Mfe, vedranno l’intervento di esponenti e rappresentanti di IDV, PD, PDL, Radicali, Partito Repubblicano, sindacati ed organizzazioni europeiste come il Movimento Europeo, la JEF Europa, la GFE, l’Aiccre, il Cife, gruppi della società civile come Acli, Ami, Cad, Cilap, European Alternatives, Fare Futuro, Osservatorio Europa, Altramente; le conclusioni saranno affidate a Franco Spoltore, segretario nazionale della Mfe. La partecipazione va comunicata in anticipo ed accompagnata da nominativo ed organizzazione di riferimento.

 

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Anders Borg è il politico più popolare in Svezia

Il Ministro delle Finanze sta superando anche il Primo Ministro Fredrik Reinfeldt, intanto nell’opposizione si discute sulle strategie di comunicazione

Dallo scorso anno la popolarità di Anders Borg, Ministro delle Finanze in Svezia, è in crescita, superando anche il Primo Ministro, Fredrik Reinfeldt. La crisi internazionale è stata affrontata bene dal mercato svedese, che resta uno dei più solidi. Al terzo posto nel gradimento dell’elettorato, dopo Borg e Reinfeldt, viene il Ministro degli Esteri, Carl Bildt.

Il governo di Centrodestra in Svezia mantiene quindi un consenso abbastanza stabile, anche se le opposizioni riguadagnano terreno rispetto ai risultati delle ultime elezioni. Nel maggiore partito di opposizione, I Socialdemocratici, Ylva Johansson, la quale è stata Ministro, ha rilevato che la forza di Centrosinistra che ha amministrato a lungo la Svezia, raggiungendo obiettivi importanti nella costruzione dello stato sociale e nella promozione dell’economia, non ha per il momento riconquistato le percentuali che di regola otteneva quasi in tutte le competizioni elettorali fino a pochi lustri or sono.

Commentando perciò il distacco che ancora separa la coalizione guidata dal Partito dei Moderati attualmente al governo e la propria formazione politica, Ylva Johansson ha auspicato che il leader dei Socialdemocratici Hakan Juholt riorganizzi il partito per evitare che la situazione dei consensi si cristallizzi così come appare adesso. Attualmente Johansson è la vicepresidente della commissione dei Socialdemocratici sul Mercato del Lavoro.

Aldo Ciummo

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