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UE, dibattito all’Europarlamento prima del vertice di fine giugno

I presidenti di Slovenia e Portogallo interverranno nella plenaria del 10-13 giugno a Strasburgo, discussione anche sulla Turchia

Mercoledì l’aula discuterà sulle specifiche situazioni dei paesi riguardo al bilancio, con il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso e con la presidenza di turno irlandese del Consiglio. Nella risoluzione l’Europarlamento chiederà ai capi di stato e di governo (di cui è prevista la riunione a Bruxelles il 27-28 giugno) di aumentare gli investimenti finalizzati alla crescita economica.

In plenaria interverrà anche il presidente sloveno, Borut Pahor, che dovrebbe parlare dell’adesione della Croazia, che diventerà ventottesimo componente della Ue il primo luglio. In agenda c’è anche il discorso del presidente portoghese Anibal Cavaco Silva. Ma l’Europarlamento affronterà anche la questione della repressione delle proteste in Turchia, il dibattito vedrà la partecipazione dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera UE, Catherine Ashton.

L’assemblea mercoledì deve anche pronunciarsi sulla nomina del nuovo Commissario europeo per la tutela dei consumatori, il croato Neven Mimica. Seguiranno le proposte dei gruppi parlamentari per potenziare il contrasto al crimine organizzato nella Ue, ma anche sulla riforma del settore finanziario, riguardo al quale giovedì gli eurodeputati dovrebbero chiedere a Commissione e stati membri una maggiore velocità e determinazione.

Aldo Ciummo

Finlandia al salone del libro a Torino

L’associazione Minuksi, che si occupa di promozione culturale a livello europeo, è presente nelle iniziative che vanno dal 16 al 20 maggio

Presso il Caffè letterario del Salone del Libro di Torino, lunedì 20 maggio alle 12,00, si svolgerà l’incontro intitolato “investire in arte e cultura: propulsore dell’economia in Finlandia”.

Interverranno nella discussione Katia Lemberg, presidente dell’associazione “Benessere dalla Cultura” di Kotka (Finlandia); Eija Tarkiainen, presidente dell’associazione Minuksi APS; Rossana Becarelli: Direttrice Scientifica Giornale Internazionale dell’Arte e Medicina.

Come ogni anno la maggior parte delle iniziative legate al salone del libro di Torino si svolge al Lingotto Fiere di via Nizza 280. L’associazione Minuksi mira a promuovere attraverso arte e cultura l’espressione delle capacità individuali, con l’organizzazione di iniziative di letteratura, spettacolo, impresa.

Aldo Ciummo

La politica agricola comune europea e gli interventi per la crescita

Giovanni La Via (PPE) ha descritto la riapertura dei termini della PAC come un modo di affrontare la crisi

“Il percorso delle trattative è bene parta da una base consolidata – ha affermato l’eurodeputato Giovanni La Via dopo l’incontro tra le istituzioni europee del 17 aprile sulla Politica Agricola Comune – la semplificazione per gli agricoltori e gli addetti al settore resta una delle priorità individuate dal Parlamento Europeo”. La Via nel corso del dibattito svoltosi il 12 marzo a Strasburgo, prima della votazione che il 13 marzo ha aperto la strada all’attuale fase di dibattito tra le diverse istituzioni europee coinvolte nella ridefinizione della PAC, aveva anche sottolineato che la lettera indirizzata dagli europarlamentari del PPE a Mario Monti, Primo Ministro italiano, contiene la richiesta di uno sganciamento (dai limiti di bilancio) finalizzato ad un miglioramento della Politica Agricola Comune: “I miliardi di euro degli enti locali paralizzati, mentre il greening giustamente è finalizzato ad una maggiore caratterizzazione ambientale della PAC, si inseriscono in un contesto in cui le piccole imprese italiane faticano rispetto al greening, a causa della difficoltà di applicare economie di scala – ha dichiarato La via – riteniamo lo sviluppo rurale strategico per l’economia italiana.” Il PPE ha sottolineato l’impegno perché venga riconosciuto un sostegno ad interventi di protezione ambientale. Il Consiglio dei Ministri UE, per il Parlamento Europeo, non sta rispettando la codecisione in maniera adeguata.

Aldo Ciummo

Solidarietà europea nella gestione del debito dei paesi

La UE rafforzerà i controlli sui bilanci, dopo che l’Europarlamento ha firmato l’accordo sul meccanismo che prevede maggiore equità

La nuova legislazione europea rafforzerà il coordinamento della sorveglianza sul bilancio per tutti i paesi dell’area euro, tale meccanismo, conosciuto come “Two Pack” (e firmato dal Parlamento Europeo il 12 marzo) in base all’accordo raggiunto nel febbraio precedente con il Consiglio e con la Commissione sarà accompagnato da una dichiarazione formale (della Commissione) con la quale questa istituirà un gruppo di esperti per valutare la fattibilità  dell’idea di mutualizzare parte dei debiti nazionali dell’ eurozona, attraverso un apposito fondo.
Il presidente del gruppo dei Liberali e Democratici (ALDE) al Parlamento Europeo, Guy Verhofstadt, ha dichiarato: “abbiamo sostenuto l’idea che un fondo di redenzione del debito, come suggerito dal consiglio consultivo economico tedesco, venisse adeguatamente esaminato sia come modo di abbassare il debito eccessivo dell’Eurozona che di ridurre gli alti interessi addebitati dai detentori dei titoli ai governi che prendono a prestito in molti stati componenti, il che sta trattenendo gli investimenti essenziali e la ripresa economica.”
L’apposito fondo col quale l’Europa dovrebbe essere in grado di mutualizzare e di gestire unitariamente una parte dei debiti più onerosi (che oggi pesano sui bilanci dei singoli stati) rappresenterebbe quindi un elemento di solidarietà, complementare alla disciplina rafforzata di una più stretta sorveglianza sul bilancio. Il gruppo di esperti dovrebbe presentare il suo rapporto finale (non più tardi del marzo 2014) sottoponendolo alla valutazione ed all’impegno ad agire da parte della Commissione prima della fine del suo mandato.
Ramon Tremosa i Barcells (CiU, Catalonia, Spain) portavoce dell’ALDE sull’efficacia della procedura di deficit eccessivo, ha dichiarato che ora “gli stati componenti si troveranno a portare avanti analisi di costi e benefici sugli investimenti e sulle riforme. Il tempo di costruire aeroporti non necessari e treni veloci che non vanno da nessuna parte è finito in Europa.” Difatti, a partire da adesso gli stati dovranno seguire agende di bilancio convergenti e sottoporre i loro budget nazionali alla Commissione per la valutazione e per possibili suggerimenti.
“Abbiamo nuovi strumenti preventivi ed un quadro legale per evitare che gli stati componenti accumulino debito, permettendo un monitoraggio delle situazioni finanziarie che possono minacciare l’intera area euro – ha affermato  il portavoce dell’ALDE sulla sorveglianza rafforzata per gli stati in difficoltà, Sylvie Goulard (Francia) – completando l’attuale quadro di governance, finalmente renderemo l’Europa libera di iniziare a lavorare su altri urgenti pilastri di costruzione europea verso una piena unione economica e monetaria.”
L’accordo, chiamato “Two-pack” consiste in una regolamentazione che stabilisce che i paesi della eurozona sottoporranno le loro bozze di bilancio alla Commissione, per permettere una revisione finalizzata ad un maggiore coordinamento economico, ma stabilisce anche un chiaro quadro legale nel quale la UE tratterà con gli stati che si trovano in difficoltà finanziare o nella necessità di assistenza finanziaria.
Aldo Ciummo

L’esempio ambientale di Copenaghen

La Danimarca è diventata uno dei modelli di ecosostenibilità, impegnata nella UE e nel pianeta per sostenere soluzioni efficaci per la crescita economica

La crisi è stata una prova in più della necessità di una transizione dell’economia verso in modello ambientale, mentre la crescita di paesi emergenti mette ulteriormente sotto stress l’equilibrio ecologico, se non è accompagnata da modifiche sostanziali nelle caratteristiche della produzione industriale. Diverse esperienze in Europa hanno dimostrato che l’ecosostenibilità crea anche occupazione.
La preparazione della conferenza mondiale sul clima in America Latina ha riportato in cima all’agenda il problema ambientale. Danimarca ed Unione Europea stanno impiegando grandi sforzi nel raggiungimento di una consapevolezza adeguata a raggiungere obiettivi concreti, le difficoltà economiche rendono scettici molti paesi.
La società civile ed in particolare municipi e settore privato hanno fatto molti passi in avanti nelle soluzioni pratiche. Copenaghen, la capitale della Danimarca, sta procedendo velocemente nel suo obiettivo, diventare la prima capitale libera dall’anidride carbonica nel 2025. Già nel corso del 2011 Copenaghen ha ridotto del ventuno per cento (rispetto al 2005) le sue emissioni.
Nel piano della città il settore pubblico e quello privato cooperano nell’assicurare l’installazione di impianti capaci di sfruttare l’energia del vento e del sole, mentre si sta passando dall’energia del combustibile fossile a quella della biomassa. Attualmente la Danimarca sta incrementando anche la disponibilità delle piste ciclabili e l’efficienza del trasporto pubblico, inoltre vanno avanti le sperimentazioni per rendere gli edifici più ecologici nel senso della efficienza energetica. Il piano avviato nella primavera di quest’anno sta garantendo agli abitanti di Copenaghen una migliore qualità della vita per quanto riguarda il minore inquinamento e l’occupazione.
I progetti includono una previsione di risparmio, dovuto alle scelte verdi, che ripagherà ampiamente gli investimenti attraverso l’efficienza di scuole, centri culturali, uffici. Copenaghen ha acquisito queste esperienze basandosi su buone pratiche messe in atto precedentemente a Londra ed Amburgo e perfezionandole. Tecnologia, organizzazione e conoscenza hanno pesato di più delle ciminiere, delle condutture o del software.
Nello stesso modo, le soluzioni studiate a Copenaghen potranno essere preziose altrove, in un periodo in cui la riduzione delle emissioni inquinanti e la ridefinizione dell’economia sono priorità. Sono proprio le grandi città che producono i quattro quinti delle emissioni che le conferenze intergovernative mirano a contrastare.
Un aspetto poco approfondito è la sostenibilità economica delle riduzioni di CO2, oltre alla sostenibilità ambientale che tale riduzione deve proporsi di raggiungere, difatti occorre trovare le soluzioni che non deprimano inutilmente la crescita economica per rendere l’ecosostenibilità realistica.
Il governo danese perciò ha promosso iniziative globali come il Global Green Growth Forum (3GF) assieme a paesi come Il Messico, al fine di accelerare la transizione in direzione di una economia verde, per avvicinare politica, finanza, produzione, tecnologia e facilitarne le soluzioni orientate all’energia verde, alla tutela dell’acqua, la razionalizzazione della finanza e dell’urbanizzazione.
Aldo Ciummo

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A Strasburgo in agenda l’economia della UE

Questa settimana la sessione plenaria affronterà una serie di temi che hanno al centro lo sviluppo integrato dell’economia nella comunità europea

Domani si discuterà il cosidetto “two pack”, cioè la riforma del governo dell’economia della Ue, con lo scopo di arrivare ad una Commissione Europea capace di indirizzare i bilanci degli stati componenti la UE. Certo, questo passo richiederà dei contrappesi nei meccanismi di partecipazione popolare, perchè si va verso una unità economica (quindi politica) europea sempre più presente nella vita degli stati e ciò significa che non si potranno lasciare le scelte politiche unicamente al mondo delle imprese e della finanza ma affidarle ad una riflessione politica vera e propria.

Dopodomani si parlerà di mercato interno, un mezzo che ha promosso l’incremento dei posti di lavoro e dello sviluppo e che necessità di una ristrutturazione che lo renda adatto ad affrontare la competizione globale.

Martin Schultz (Socialisti e Democratici) presidente del Parlamento della UE, presenterà l’agenda dei lavori sulle soluzioni alla crisi, in vista del Consiglio Europeo che si svolgerà alla fine di giugno. Un altro argomento importante, che dovrà essere analizzato, è la possibilità di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, fenomeni che pongono problemi complessi ai paesi compomenti e che in parte potrebbero essere compensati da fondi provenienti dalle attività speculative.

Parteciperanno ai lavori il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso ed il Commissario alla Programmazione finanziaria, Janusz Lewandowsky. Questa settimana al Parlamento Europeo si discuterà inoltre di singole questioni legate alla salute, al lavoro, al commercio, agli esteri, argomenti con carattere meno generale e più legato alla vita quotidiana nella UE ma comunque non indifferenti per i connotati che la comunità assumerà in relazione alla gestione dei settori che riguardano da vicino in diversi ambiti la vita dei cittadini.

Aldo Ciummo

 

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Adesso l’Italia risponda con la politica alle crisi

La partecipazione popolare allo sviluppo socioeconomico ed un percorso di politiche progressiste sono sempre più necessari mentre la società subisce eventi traumatici

La società italiana ha subìto un colpo allo stomaco sabato, con l’attacco a sangue freddo contro persone che andavano a scuola, una aggressione che ha ferito di conseguenza tutta la società italiana ed europea come si vede dalle reazioni che si sono avute ovunque e che nella penisola hanno dimostrato una notevole capacità di partecipazione democratica, con le manifestazioni spontanee che si sono avute. L’ambiente dell’istruzione è, assieme al mondo del lavoro, la parte più importante della società, di più perchè contribuisce a strutturare in maniera decisiva la capacità di sviluppo futuro del paese, sviluppo nella accezione più ampia. Non a caso i paesi che stanno dimostrando maggiore capacità di adattamento e di coesione in un mondo in rapido mutamento sono quelli che investono sempre in questo settore.

Se ci sono soggetti che intendono colpire la democrazia in Italia ed in Europa, sia che questi soggetti siano riconducibili a manovre autoritarie conservatrici (come si è visto altre volte nella storia italiana) sia che si trovino nella volontà delle mafie di intimidire la popolazione di una parte dell’Italia, l’istruzione rappresenta un baluardo contro questi soggetti sociali e politici deviati, perchè la cultura è alla base della libertà, della solidarietà e della partecipazione democratica, in particolare la cultura come si esprime nella scuola, attraverso la condivisione nell’apprendimento e la collaborazione reciproca nella formazione.

Ora fa molto male vedere le immagini della ragazza che è stata vittima e delle altre persone ferite, ma se gli attentatori riuscissero, con questa infamia, a generare fenomeni di chiusura e di disorientamento, l’Italia entrerebbe in una spirale drammatica, perchè le prime cose che verrebbero danneggiate sarebbero il diritto dei ragazzi ad una scuola aperta, il valore della apertura reciproca tra settori diversi della società, la formazione come processo che avanza nella condivisione della formazione (dentro e fuori dalle strutture scolastiche), la presenza del dibattito e della solidarietà nella partecipazione democratica, tutti elementi che da sessantasette anni sono aspetti fondanti la vita sociale in un paese come l’Italia ed in Europa e che verrebbero mutilati dalle conseguenze della paura e della chiusura che ne consegue.

I diritti alle opportunità di istruzione, sviluppo e partecipazione della parte più giovane della società in Italia vanno sostenuti attraverso una partecipazione della società alle scelte che è irrinunciabile proprio nel momento in cui coloro che andrebbero tutelati vengono feriti da una infamia che lascia il paese senza respiro, mentre altri eventi negativi si vanno aggiungendo nei territori, senza che esistano strumenti di sostegno alle zone colpite da drammi e mentre l’assenza di una rappresentanza effettiva e di un sistema sociale solido aggravano la frammentazione e la disgregazione della società: per questo ora è più che mai necessario che l’Italia risponda, con la partecipazione politica, alla pericolosa alternativa di un richiudersi del paese in logiche feudali già rafforzate dalle difficoltà economiche e dalla perdita di diritti.

La politica è la partecipazione responsabile alla vita della comunità, per cui la mobilitazione antimafia e a favore dei diritti degli studenti di questi giorni è un inizio, il proseguimento efficace è la costruzione a partire dal mondo dell’istruzione, del lavoro, dei territori, di politiche progressiste che aprano l’Italia all’Europa, alla crescita dei diritti, al valore della produzione e della coesione, un percorso che dovrà essere costruito dal basso, data l’assenza di promotori efficaci di una crescita democratica complessiva ai vertici delle organizzazioni che hanno indirizzato il paese negli ultimi venti anni: un impegno progressista dovrà essere preso perchè le persone possano entrare nei luoghi dove si forma il loro futuro e possano uscirne con la possibilità concreta di proseguire in un’ottica di sviluppo, di solidarietà e di partecipazione.

Aldo Ciummo

Svezia, Socialdemocratici in vantaggio

Le opposizioni di Centrosinistra guidate dai Socialdemocratici in base ai sondaggi supererebbero di dieci punti percentuali il governo moderato in carica se si votasse ora

I Socialdemocratici, guidati da Stefan Löfven, sono accreditati attorno al trentasette per cento dagli ultimi sondaggi di questo mese. Il governo di Centrodestra resterà in carica fino al 2014, ma intanto il maggiore partito del Centrosinistra, nel corso del 2012, ha riportato al centro i temi storici del partito di sinistra cioè lavoro, integrazione, uguaglianza di opportunità, riguadagnando terreno rispetto agli anni passati che avevano visto la Socialdemocrazia in flessione per quanto riguarda i consensi, dopo essersi avvicinata allo schieramento moderato di centrodestra in molte politiche economiche e culturali.

L’opposizione (Centrosinistra) nel suo insieme, se si votasse oggi, supererebbe di più di dieci punti i partiti conservatori, indicando una dinamica positiva per i progressisti da quando Stefan Löfven ha iniziato a guidare il Partito Socialdemocratico (da gennaio di questo anno). Il sondaggio è stato pubblicato sui giornali “Svenska Dagbladet” e “Göteborgs-Posten”. I Cristiano Democratici sembrano in difficoltà nel superamento della soglia di sbarramento del quattro per cento. Contrariamente alle previsioni che erano circolate in questi anni,  i consensi dell’estrema destra degli Sverigedemokraterna non crescono, la lista, piuttosto xenophoba, degli Sverigedemokraterna, non è riuscita infatti ad estendere di molto la piccola base di consenso che era stata incentrata principalmente sui problemi legati alla immigrazione.

E’ invece il Partito Socialdemocratico (“Socialdemokraterna”) ad essere nuovamente protagonista della scena politica svedese, da quando Stefan Löfven ha preso la guida della forza politica, evidenziando una identità più chiaramente definita a sinistra per l’area istituzionale che ha a lungo governato in Svezia e che era stata messa in difficoltà dalle ultime due legislature di Centrodestra. Il Partito dei Moderati (“Moderata Samlingspartiet”) guidato da Fredrik Reinfeldt infatti è sceso negli ultimi mesi sotto il ventotto per cento e comincia quindi a trovarsi in una posizione dalla quale non gli sarà facile recuperare tutto il consenso non soltanto perduto dai moderati, ma stando ai sondaggi anche guadagnato dal Centrosinistra.

L’istituto “Demoskop” ed il quotidiano “Expressen” hanno svolto una indagine sul gradimento dei candidati e delle liste politiche, rilevando che il Partito Socialdemocratico, dopo aver virato a sinistra, ha ottenuto nuovi consensi in tutti i segmenti dell’elettorato, inclusi vari settori della classe media, lavoratori, donne, pensionati e cittadini che vivono nei piccoli centri. Inoltre, in soli tre mesi, i Socialdemocratici hanno aumentato il consenso tra gli anziani dal ventisei al quarantuno per cento ed hanno visto crescere molto anche le intenzioni di voto da parte delle donne, in un periodo che è stato caratterizzato dalle difficoltà incontrate dal governo nel gestire adeguatamente il settore sanitario ed attraversato da una campagna di tutto il Centrosinistra a favore del settore pubblico e dell’importanza del welfare.

Aldo Ciummo

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Si avvicina il Primo Maggio e urge la riorganizzazione della sinistra in Europa

Le difficoltà che i diritti devono affrontare nella UE impongono un superamento di sbarramenti tra progressismi e sinistre radicali per confrontarsi con i conservatorismi dominanti
Si avvicina il Primo Maggio, festa nata alla fine del milleottocento dalla viva forza delle idee scaturite dalla necessità di conquistare diritti da parte degli operai e di parti produttive della società, la data ha tratto il suo significato dalle lotte di fasce sociali che per ottenere la visibilità di questa celebrazione spesso hanno dovuto affrontare repressioni poliziesche e militari in quegli anni, in America ed in Europa.
 Oggi le questioni sono tanto diverse eppure molto simili: immigrazione, precariato, divari generazionali, divisioni nell’istruzione, sono facce diverse di un problema, la disuguaglianza, che è rimasto uguale. Anche adesso si assiste, nella nostra Europa con i vari Le Pen e in America con i Tea Party, al tentativo di aggirare i problemi sociali e scaricarli sui più deboli, addossando le colpe all’immigrazione, ai sindacati, ai manifestanti, ai giovani che studiano troppo a lungo ed agli anziani che a un certo punto vogliono la pensione.
Le ricette nazionaliste e populiste non stanno riscuotendo grande successo, il Centrosinistra sta vincendo in Francia ed i progressisti mantengono la maggioranza negli Usa, mentre ambientalisti e sinistre alternative stanno raccogliendo un pò in tutta l’Unione Europea più voti degli euroscettici (e di coloro che predicano la chiusura all’immigrazione, come se lo squilibrio fortissimo nei redditi e nei patrimoni permettesse alla popolazione ed alle economie della UE di crescere altrimenti). Hollande può contare in Francia su una riserva a sinistra perchè il suo programma è progressista ed ha punti di contatto con quello di Melenchon, in paesi come l’Italia la composizione del quadro delle forze progressiste è difficile soprattutto a causa della sterzata al centro che il maggior partito di centrosinistra ha effettuato negli ultimi anni.
Non si parla soltanto di gruppi politici: la parte maggioritaria della popolazione che vuole un progresso sociale è a favore della redistribuzione delle risorse, dell’integrazione degli immigrati e del rispetto dei loro diritti, della valorizzazione del merito. Se le forze più grandi dell’opposizione ai governi di destra sono alleate di questi governi ed accettano logiche squilibrate a favore delle rendite (di patrimoni e di posizione) l’opinione pubblica di sinistra non può aderire alle politiche di questi gruppi di opposizione formale e ciò che è peggio non partecipa alla vita politica e sociale. Questo favorisce la destra ed i vari gruppi nostalgici, populisti, regionalisti e nazionalisti.
Non si possono trovare tutte le cause della debolezza di una coalizione politica progressista (che in Italia ed in altri paesi sarebbe maggioritaria se unita) solo nelle barriere poste dai guardiani del museo che nei vari partiti minori di sinistra difendono l’uno per cento e l’integrità ortodossa di una serie di simboletti decorativi (che i conservatori ignorano governando tranquillamente in assenza di minimi rischi di alternanza). Le attuali forze di sinistra organizzate in funzione del voto senza prospettive di costruire alternative durature (ai Centrodestra liberisti alleati con i vari populismi nazionalisti o regionalisti) si trovano ad un bivio tra la loro marginalizzazione e la costruzione efficace di politiche comuni con gli altri partiti di sinistra e con le energie provenienti dalla società civile per contrastare i conservatorismi.
Le nuove sinistre meno ideologizzate che si affacciano nei paesi europei non fanno eccezione, non possono permettersi di coltivare presunzioni di autosufficienza e dovrebbero cooperare con gli altri partiti della sinistra alternativa e le forze sociali che difendono continuativamente diritti del lavoro, società multiculturale, diritto allo studio, alla salute, alla partecipazione politica. Anche in Italia la sinistra è ancora complessivamente forte (ci sono la Fiom rappresentativa nei luoghi di lavoro, Sel con progetti nuovi in istituzioni e nella società, il Prc che è rimasto una roccia in positivo a difesa dei diritti costituzionali, gli ambientalisti che hanno conosciuto elezioni favorevoli in paesi europei) se si riconosce in obiettivi comuni e individua gli avversari nell’area conservatrice-liberista e non nei partiti vicini.
Le date come il 25 aprile ed il Primo Maggio, che ricordano a tutti coloro che fanno lo stesso percorso che l’appartenenza ad una prospettiva di alternativa è stata ed è rimasta in gran parte comune, sono importanti per questo, perchè sottolineano che nonostante la dispersione politica impressa in passato da scelte ed errori di tutte le forze politiche che hanno subìto di conseguenza una perdita di rappresentatività delle parti della società tradizionalmente vicine alla sinistra e nonostante la dispersione sul territorio in Italia ed in Europa che è anche una necessità data l’attuale struttura del lavoro e della vita oggi, non dovremmo ugualmente mancare alle opportunità di coltivare nei territori di appartenenza e nella nostra Europa l’avanzamento delle politiche progressive di cui c’è un visibile bisogno ed il collegamento di queste politiche e dei raggruppamenti progressisti locali con le tematiche europee e con le regioni europee che l’attuale integrazione ci permette di approfondire e conoscere.
Aldo Ciummo

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L’Europa prende provvedimenti contro il disboscamento illegale

Nella settimana scorsa il Parlamento Europeo ha accordato il proprio consenso a due accordi internazionali, con Libera e Repubblica Centrafricana, per contrastare il disboscamento illegale

Gli accordi recentemente siglati dal Parlamento Europeo per promuovere il commercio sostenibile del legname avranno anche l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla questione, ha affermato la relatrice dell’Europarlamento, Elisabeth Kostinger (PPE, Austria) prima del voto che ha avuto come scopo principale evitare che i proventi del legname liberiano finiscano investiti in armamenti.

L’Unione Europea in sintesi lascerà entrare soltanto prodotti di legname legali, in base ad accordi volontari di partenariato (voluntary partnership agreement – VPAs) che impegnano i paesi ad esportare nella UE prodotti dal percorso verificato. L’Unione Europea garantirà come contropartita un accesso privilegiato ai prodotti che rientrano negli accordi menzionati.

Difatti le stime a disposizione della UE registrano la distruzione di una foresta di dimensioni paragonabili a quelle di un campo da calcio ogni due secondi, in un anno ciò significa danni per dodici miliardi di euro, senza contare l’effetto sull’ambiente, incalcolabile in termini puramente economici ed immediati. Dall’ottobre del 2010 la UE sta cercando di affrontare questo problema.

Il nuovo sistema di monitoraggio prevede il coinvolgimento di esperti indipendenti e provenienti dalla società civile. La Banca Mondiale ha affermato, in seguito ad uno studio, che in alcuni paesi il disboscamento illegale rappresenta il novanta per cento dell’attività di disboscamento, con immaginabili legami dell’economia del paese con fenomeni di corruzione e di criminalità.

Aldo Ciummo

 

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