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Moraes: “i diritti umani ancora al centro dell’azione del LIBE”

La commissione per le Libertà Civili dell’Europarlamento ha delineato le priorità dopo aver scelto presidente e   vicepresidenti

 

Al centro dell’azione del Libe, la commissione del Parlamento Europeo per le libertà civili, resteranno il completamento della normativa sulla protezione dei dati personali, la lotta alle discriminazioni e il problema dei migranti e dei richiedenti asilo, lo ha ribadito il presidente Moraes.

La commissione Libe è responsabile di importanti settori nel campo della sicurezza e della giustizia e Moraes ha sottolineato che tiene ad arrivare alla definizione di una carta dei diritti digitali per salvaguardare il diritto dei cittadini alla privacy.

Ma al primo posto per l’istituzione restano anche il completamento dei programmi finanziari relativi alla Giustizia ed agli Affari Interni e l’avanzamento dei negoziati concernenti Europol, Eurojust ed il ruolo europeo nella sicurezza internazionale.

Moraes ha rimarcato anche la necessità di contrastare le discriminazioni e di assicurare l’applicazione della carta dei diritti fondamentali. Tra i sessanta componenti della commissione per le libertà civili ci sono gli italiani Monica Luisa Macovei, Barbara Matera, Massimiliano Salini (PPE); Caterina Chinnici, Kyenge Kashetu (Cécile), S&D; Ignazio Corrao (Efdd); Flavio Tosi (non iscritti).

Il nuovo presidente della Libe, il britannico Claude Moraes, è stato eletto lunedì dai componenti della commissione: è un laburista che è entrato nell’Europarlamento nel 1999, quando era uno dei primi eurodeputati di origine asiatica. Moraes è stato coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici nella commissione.

Aldo Ciummo

 

UE, Claude Moraes alla guida della commissione per le libertà civili

 

La commissione LIBE, formata giovedì, ha eletto oggi come presidente il laburista britannico Moraes

 

 

 

Il laburista inglese Claude Moraes è stato eletto alla presidenza della commissione per le Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (Libe) durante l’assemblea costitutiva che ha avuto luogo oggi, lunedì 7 luglio, a Bruxelles.

Giovedì 3 luglio l’Europarlamento aveva eletto i sessanta componenti della commissione, che resteranno in carica per due anni e mezzo: il Partito Popolare Europeo (PPE) conta diciotto rappresentanti nella Libe, il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) ne ha quindici mentre i Conservatori e Riformisti (ECR) ne hanno sei e i Liberali e Democratici Europei (ALDE) cinque.

Sono rappresentati, entrambi da quattro eurodeputati, anche il gruppo della Sinistra Unita Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) ed i Verdi-Alleanza Libera Europea (Verts/ALE) e l’Europa per la Libertà e la Democrazia Diretta, che conta a sua volta su quattro esponenti nella commissione, stesso numero di eurodeputati assegnato ai non iscritti.

Uno dei primi argomenti che la commissione dovrà affrontare è la questione della protezione dei dati, che ha tenuto banco nell’anno passato e che entrerà in ulteriori capitoli specifici adesso, dato l’avanzamento delle trattative per la Transatlantic Trade and Investment Partnership ed i problemi che alla sua conclusione possono essere posti proprio a causa delle diversità di valutazione, tra UE ed USA, riguardo alle politiche di controllo dei dati personali. Ma anche diritto di asilo e contrasto alle discriminazioni rientrano tra le competenze della LIBE.

Moraes sarà coadiuvato dai vicepresidenti Kinga Gàl (PPE, Ungheria), Iliana Iotova (Socialisti e Democratici, Belgio), Jan Philip Albrecht (Verdi, Germania), Barbara Kudrycka (PPE, Polonia) eletti lunedì dall’assemblea della commissione.

Aldo Ciummo

Europa ed Australia, crescono i legami economici

Per l’Italia il 2014 si è aperto con l’avvio di diverse iniziative in comune con il paese del Pacifico

 

 

Si moltiplicano le occasioni di cooperazione economica tra Europa ed Australia e l’Italia ha visto aprirsi varie opportunità di sviluppo nell’area dell’Asia-Pacifico tra 2013 e 2014. Quest’anno David Ritchie è passato a rappresentare l’Australia in Germania, mentre Doug Trappett è diventato il responsabile in Italia. Mentre Ritchie avrà a Berlino competenze che comprenderanno anche i rapporti con la Svizzera, Trappett ora sta aggiungendo la significativa esperienza in Italia ad impegni svolti in paesi emergenti, come gli Emirati Arabi.

L’Italia è stata al centro dell’attenzione australiana nel 2013, quando il portavoce laburista Anthony Albanese ha visitato il governo italiano, anticipando i temi del G20 che sarà presieduto da Canberra nel 2014. All’Australia spetterà l’allestimento di appuntamenti come il Business 20, con la prospettiva di avanzare proposte sull’incoraggiamento della crescita socioeconomica globale negli anni futuri.

L’autunno scorso si sono svolti in tutta Italia eventi finalizzati a diffondere la cultura del paese del Pacifico, come l’iniziativa della società Grande Exhibitions – attiva nella creazione di esposizioni caratterizzate da un rilevante investimento nella tecnologia – appuntamento che ha attraversato Milano, Roma, Venezia, Assisi.

Inoltre l’allora ambasciatore è intervenuto all’Università Ca’ Foscari sul tema dell’Asia-Pacifico e delle relazioni tra Italia ed Australia: con la partecipazione del rettore Carlo Carraro, di Rolf Petri (direttore della School of International Relations) di Alide Cagidemetrio (vice rettore per le relazioni internazionali) e del vice direttore della School for International Relations, Antonio Trampus, a partire da aprile del 2013 è stato siglato un memorandum di intesa tra l’Università Ca’ Foscari e la Sydney University of Technology.

Anche nel campo della cultura si guarda all’identità di questo paese ed ai suoi legami con il Mediterraneo, se già alla fine del 2013 il coro della Brighton Secondary School si è esibito a Pesaro e Roma, protagoniste saranno anche le arti visive: Fiona Hall, con le installazioni e l’architettura rappresenterà l’Australia alla Biennale di Venezia del 2015, con una attenzione particolare all’ecologia nell’epoca della globalizzazione.

Non manca la comunità scientifica, il programma di ricerca italiano in Antartide, battezzato “Auspicio” il cui finanziamento ha avuto il via libera a novembre, si basa su una collaborazione con il Bureau of Meteorology del governo australiano e riguarderà lo studio dell’alta atmosfera e delle sue le condizioni attuali.

Ma in questo periodo la collaborazione internazionale attira soprattutto l’interesse degli operatori economici: si è fatto notare il successo di Salini Impregilo nel vincere una commessa a Sidney per la progrettazione e la costruzione del ponte “Skytrain”, un tassello fondamentale della nuova North West Rail Link, importante opera ferroviaria di collegamento, dal valore di circa duecentoventi milioni di euro. L’assegnazione ha portato alla ufficializzazione dell’incarico il 18 dicembre dell’anno da poco conclusosi.

Aldo Ciummo

 

Iniziativa europea dei cittadini per lo sviluppo sostenibile

I giovani federalisti europei di Roma hanno promosso all’inizio del 2014 diverse iniziative in favore di una maggiore integrazione nel continente

E’ stata ormai pienamente avviata la raccolta di firme, nel quadro dell’iniziativa dei cittadini europei  (l’ ICE, che consente di presentare un atto legislativo alla Commissione europea)  in favore di “Un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione” che potrebbe essere realizzato attraverso tasse sulle transazioni finanziarie e sulle emissioni di CO2. Nell’eurozona si gioca infatti la scommessa di attribuire al Parlamento Europeo un potere effettivo di influire sulle entrate del bilancio. Il Parlamento europeo e la Commissione che si insedieranno esamineranno questa proposta.

I giovani federalisti europei (parte del Movimento Federalista Europeo, composto da persone di qualsiasi orientamento politico ed il cui obiettivo è una maggiore integrazione nella UE e un livello di partecipazione mancato nelle recenti crisi) hanno lanciato dal 15 al 23 marzo una “Federation Week” per sostenere l’iniziativa europea dei cittadini. L’avvio della raccolta delle firme si svolgerà il 22 e 23 marzo, mentre il 24 marzo ci sarà una conferenza stampa nelle capitali europee.

Un altro aspetto della partecipazione, in vista delle imminenti elezioni europee, è il monitoraggio dei programmi presentati dai diversi gruppi politici che concorreranno alla formazione della prossima assemblea comunitaria. Il 4 marzo i giovani federalisti di Roma hanno incontrato Guy Verhofstadt (candidato per l’Alleanza Liberali e Democratici alla presidenza della Commissione Europea) per dibattere riguardo ai limiti delle politiche di austerity e del fiscal compact, riguardo alle prospettive di unione bancaria e di azione diplomatica estera comune, ai problemi derivanti dall’allargamento e dai rapporti con gli Stati Uniti.

Dal 28 febbraio al primo marzo i giovani federalisti della capitale hanno contattato anche Martin Schulz, candidato del gruppo dei Socialisti al Parlamento Europeo, discutendo con lui in merito al futuro della UE.

Nel corso dei mesi di febbraio e di marzo il gruppo Gfe romano ha organizzato incontri nelle università ed in molti licei. Il Movimento federalista europeo è nato nel 1943, dall’iniziativa di antifascisti guidati da Altiero Spinelli, al fine di creare una vera Federazione Europea. Il movimento europeista sostiene la necessità di un governo globale partecipato, perciò il Mfe, in tutta Europa, non si appoggia ai gruppi politici, nella convinzione che ogni sensibilità politica democratica possa essere interessata a creare un’Europa più coesa.

Aldo Ciummo

Norway, balance between the coalitions

Easing the tax burden is one of the proposals that have enabled the center-to overcome Labor, but form the executive will be a difficult task

 

 

The appreciation towards Jens Stoltenberg seemed to have sheltered the Centre-Left from all the temptations offered to the Norwegians by the opposition, as the promise of easing the tax burden: things have turned out differently, more and more people have ascribed the economic prosperity enjoyed during the two terms of office (from 2005 to present) to events such as the new oil extractions in the Barents Sea or to the new reserves in the North Sea.

After eight years when the Labour Party (still in first place, retaining the thirty-one per cent of the votes) seemed to be back to its former identification with the state as in the fifteen years after World War II, on September 9th it was the turn of Conservatives (Høyre) to take over the government thanks to Erna Solberg, born 52 years ago in Bergen. The new leader reassures that the basics of the Nordic social model won’t be affected: “we are a liberal party, we do not make revolutions”.

In a country that keeps a growth of 2.5 per cent and an unemployment rate limited to 3 percent, everyone believes that healthcare and education should remain public, but impatience is growing about the tie that  binds the government to annually spend no more of 4 percent drawn from economic return of the sovereign wealth fund (that has now reached 750 billion dollars and that is devised to deliver to future generations a welfare comparable to the existing one). Showing different degrees of caution, Centre-Right’s political parties plan to use a larger portion of annual revenues of the fund to improve infrastructure, healthcare, public services and education.

Aldo Ciummo

Tony Abbott prende il posto di Kevin Rudd

Kevin Rudd, da poco subentrato a Julia Gillard come premier australiano, non ha retto le divisioni del suo schieramento e il peso economico dei sostenitori di Abbott

Niente da fare per i Laburisti guidati da Kevin Rudd, premier uscente dopo essere subentrato all’inizio di questa estate a Julia Gillard (a sua volta preferita dal partito laburista a Rudd per sostituirlo nel ruolo di primo ministro nel 2010). Le stesse divisioni interne che hanno portato i progressisti australiani a mettere in primo piano ora l’uno ora l’altro leader ne hanno determinato una costante erosione nei consensi che nelle elezioni di sabato 7 settembre 2013 ha consegnato il successo a Tony Abbott, che rappresenta i conservatori (Liberali). Kevin Rudd ha preso atto del risultato e si è congratulato con Abbott.

I dati disponibili non sono definitivi, ma indicano chiaramente che gli eletti con Abbott avranno (nell’ipotesi più ottimistica per i loro avversari) circa ottanta seggi sui centocinquanta della camera bassa, inoltre ci sono segnali che a situazione definita nei vari collegi la maggioranza di Tony Abbott potrebbe essere ancora più solida, anche se non al senato, dove le difficoltà derivate dal sistema elettorale con più preferenze (tese a rappresentare al massimo la volontà degli elettori) lasciano immaginare che i problemi visti durante la coalizione dei Laburisti con Verdi e indipendenti potrebbero presentarsi nel corso della legislatura anche per i Conservatori.

Bob Hawke, in passato ministro laburista, ritiene che gli errori dei Laburisti sono stati determinanti nella sconfitta. Molti annotano che per Rudd vincere non sarebbe stato facile, dato il fuoco di sbarramento dei media legati a Rupert Murdoch, che in Australia non hanno fatto in nessun modo mistero dell’avversione dell’imprenditore per i Laburisti. Forte è stata anche la dispersione dei consensi verso diverse forze minori come i Verdi, gli Indipendenti e la lista dell’imprenditore Clive Palmer, oltre naturalmente a quella di Assange (tuttora a Londra nell’ambasciata ecuadoregna e quindi impossibilitato ad avere un peso effettivo nella competizione).

I Laburisti hanno contrattaccato direttamente chiamando in causa Rupert Murdoch, che con i suoi mass media li ha criticati continuamente. Il Primo Ministro laburista Kevin Rudd sosteneva, indirettamente, che il piano del governo progressista di portare la connessione veloce a tutti i cittadini non piaceva a Murdoch, che avrebbe visto come conseguenza immediata il calo di attrattiva delle proprie televisioni via cavo e avrebbe posto quindi i suoi sforzi per assicurare la vittoria a Tony Abbott.

Anche i Conservatori hanno un piano per la banda larga, differente sia negli investimenti previsti, che sarebbero minori, sia nella rete individuata (le infrastrutture di rame esistenti invece della fibra ottica, almeno nei grandi centri e nelle regioni più densamente popolate). Una storia a sé dentro le elezioni è quella dei molti candidati laburisti irlandesi presenti nelle consultazioni australiane, la cui rielezione o meno emergerà dai dettagli della contesa, ancora indefiniti. Alcuni di questi, come Ursula Stephens, vedranno i propri dubbi risolversi ancora più tardi, quando saranno noti i risultati riguardanti il Senato.

Questi candidati hanno portato la propria campagna elettorale nei luoghi di origine, legati per molti aspetti al paese di immigrazione. Altri laburisti con le stesse origini sono Laura Smyth, Brendan O’ Connor (ministro australiano uscente al Lavoro), Deborah O’ Neill. I cattolici sono la maggioranza relativa ma le sorti elettorali dei candidati dipendono in Australia (come in Eire e in Ulster) dalla geografia dei collegi e dalla classificazione dei candidati del territorio indipendentemente dalla somma delle schede, perciò la distribuzione irregolare di questo elettorato molto vicino ai Laburisti australiani non assicura la vittoria del partito, che infatti non si è verificata.

Il peso dei candidati di origine irlandese però è rilevante ed è il motivo per cui a proposito di collegi elettorali situati nel Nuovo Galles del Sud o nel Victoria si leggono i nomi delle località di Wicklow, Belfast, Tralee, Kilkenny, dove in realtà i candidati hanno dovuto spesso recarsi per avvantaggiarsi di duraturi legami da una parte all’altra del mondo. Lo stesso avviene d’altronde (come si è visto nel 2008 quando Obama fu eletto negli Usa) nei ripetuti casi in cui i leader dei Democratici statunitensi si accreditano in Irlanda per assicurarsi l’appoggio di importanti segmenti della società oltreoceano che conservano gelosamente le proprie origini.

Ai Laburisti australiani però l’attenzione ai diversi settori della cultura locale non è bastata, perché le divisioni nel partito hanno oscurato un dato che il mondo guarda con interesse: una crescita economica che per quanto in rallentamento non è stata frenata dalla crisi economica globale. I Conservatori guidati da Tony Abbott sono cresciuti nei consensi in base ad una proposta che è apparsa unitaria ed ha fatto leva sul proposito di destinare una quota maggiore delle risorse nella creazione di infrastrutture, percepite come essenziali in un paese molto esteso e dove sono presenti grandi aree poco abitate. Uno dei problemi che l’esecutivo si troverà di fronte è l’emergente contraddizione tra una tradizionale politica di vicinanza alle posizioni degli Stati Uniti ed una emergente interdipendenza con l’economia della Cina.

Aldo Ciummo

In Danimarca la politica è ancora interesse pubblico

Ogni anno l’isola di Bornholm ospita un confronto di diverse idee e per giorni i politici incontrano i cittadini e le associazioni della società civile

 

Il Folkemødet è un festival danese di politica, che si svolge all’inizio dell’estate, a metà giugno, per dare la possibilità a politici e cittadini di incontrarsi faccia a faccia, in occasione dell’evento gli imprenditori si confrontano ad esempio con i rappresentanti del Parlamento.

Nell’edizione del 2013 è stato presente il presidente del Parlamento, Mogens Lykketoft, che ha sottolineato come un aspetto interessante del festival sia il confronto, senza l’intermediazione dei mass media, tra esponenti delle istituzioni e diversi settori della società civile.

Nelle ultime edizioni, decine di migliaia di persone hanno preso parte all’iniziativa, sull’isola di Bornholm (vicinissimo alla Svezia). Molti partecipanti hanno affermato, anno dopo anno, che i politici quando la manifestazione entra nel vivo vogliono soprattutto parlare coi cittadini e considerarne le opinioni.

La Danimarca non ha ancora adottato l’euro, questo è uno dei temi più dibattuti. Le personalità intervenute anche quest’anno provenivano da orientamenti politici molto diversi, si va infatti da Connie Hedegaard, Commissario all’ambiente della Unione Europea, all’eurodeputato Morten Messerschmidt, che sostiene posizioni euroscettiche. Dan Jorgensen, al contrario, è intervenuto con una impostazione europeista.

Il dibattito è sempre molto cordiale, anche partendo da idee opposte. Il festival della politica che si svolge nell’isola prevede ogni anno diversi momenti di dibattito, musica, cultura, sport. Accanto alle istituzioni, naturalmente rappresentate attraverso i partiti, partecipano all’iniziativa anche molte associazioni espressione della società civile che promuovono il dibattito dei giovani in diversi ambiti.

Aldo Ciummo

Diritti, ora si riconoscano anche quelli degli immigrati

Il Consiglio dei Ministri ha parificato i nati nel matrimonio o non, l’aula regolarizzi ora anche i nati in Italia

Il decreto del Consiglio dei Ministri che ha riconosciuto l’uguaglianza tra nati nel matrimonio o meno all’interno del codice civile, sia pure riferito ad una residua distinzione formale, contribuisce a definire l’Italia come un paese civile. E’ auspicabile che ora sia il Parlamento a superare i diversi ostacoli posti negli anni scorsi da gran parte delle compagini conservatrici (e da una eccessiva incertezza nel campo alternativo a queste ultime) e riconosca come cittadini italiani quanti sono nati nel territorio nazionale e vi hanno studiato e lavorato.

La valutazione delle diverse situazioni è necessaria, così come l’obiettivo di una integrazione effettiva e comprensiva dell’acquisizione dei princìpi della democrazia costituzionale di cui si entra a far parte, ma ai nuovi cittadini, provenienti da altre parti del mondo, è urgente dare una prospettiva chiara di diritti ottenibili in tempi certi e realistici, non più attraverso un calvario annoso che non tiene conto della realtà di centinaia di migliaia di persone, spesso professionalmente qualificate ed ormai integrate da anni, anzi molte volte italiani di fatto dopo un percorso scolastico ed in tutte le esperienze di attività nel paese ospitante, persone che il paese ostacola frenando il suo stesso sviluppo.

La comunicazione distorta di un sistema più interessato a evidenziare esclusivamente tematiche securitarie ed a determinare deprezzamenti del valore del lavoro attraverso il ricatto di permessi brevi, che non a rendere maggiormente semplice e logica la vita di tutti i cittadini, inclusi gli immigrati, rende difficile da anni riconoscere i diritti dei nuovi cittadini, nati in Italia o che vi lavorano e vivono da tanti anni:  lo ius soli è una realtà nella gran parte d’Europa e del mondo occidentale, un princìpio portatore di maggiore equità nella certezza della dignità delle persone e del lavoro dell’intera popolazione e non solo di un segmento, un parlamento che intenda rappresentare un paese laico nel senso più ampio del termine deve riconoscere al più presto anche questo diritto.

La Croazia è nella UE

Il primo luglio è scattato l’allargamento al paese balcanico, avvio del completamento della Ue ad est

Zagabria festeggia l’ingresso del paese nell’Unione Europea, avvio di un più ampio allargamento ad est, dove sono in corso itinerari d’adesione per molti dei vicini della repubblica centroeuropea. Le autorità di diversi stati sono state presenti alla cerimonia. La Croazia non aderirà subito all’area Schengen, in modo da evitare grandi spostamenti dei propri professionisti altrove, fenomeno che nel caso di altre nazioni ha suscitato preoccupazioni dei paesi tradizionalmente meta di buona parte degli immigrati comunitari.

L’accesso alla UE lascia aperti alcuni problemi, l’apertura di un nuovo mercato corrisponde, per il piccolo paese balcanico, alla chiusura di sinergie come quelle che esistevano coi paesi non comunitari confinanti e che vedranno applicare alcune limitazioni ai propri contatti commerciali col vicino, proprio in conseguenza dell’appartenenza della Croazia all’Unione Europea, che questi stati ancora non hanno raggiunto.

La Croazia ha poco più di quattro milioni di abitanti, meno della centesima parte della popolazione della UE e la sua economia attualmente è attraversata da problemi come l’alta disoccupazione associata alla disomogenea efficienza delle grandi industrie nazionali, soltanto in parte adeguate al contesto attuale. Ma l’ingresso del ventottesimo paese nella comunità significa molto perché è stato un territorio più volte conteso e dilaniato dalle pulsioni nazionaliste e totalitariste ed ora è come se un confine a lungo considerato una cicatrice diventerà il punto di collegamento con una intera area, centroeuropea e balcanica, che guarda alla UE come ad una occasione di propulsione socioeconomica, il che non è stata trascurato dall’Italia, presente con varie iniziative imprenditoriali anche negli stati che dovranno attendere ancora a lungo per l’ingresso nella Unione, ad esempio la Serbia.

Il nordest dell’Italia, cui si guarda spesso per le opportunità di fare leva sui settori più dinamici per avviare la completa ripresa dello stivale, si sta inserendo rapidamente nel risveglio economico della regione europea interessata dall’allargamento odierno.

Aldo Ciummo

Lavori in corso per l’allargamento UE

Molte le questioni che sono ancora sul tavolo mentre il primo luglio la Croazia sarà nell’Unione Europea

In vista dell’imminente ingresso della Croazia nella UE sono stati firmati accordi tra Zagabria e Sarajevo: la Bosnia, data la complessità della sua situazione, è al centro di molte delle criticità legate all’ingresso nella Unione Europea da parte della Croazia, ragion per cui i problemi derivanti dalla vicinanza dei due paesi sono da tempo sotto esame Ue, in materia di immigrazione come di economia.

Il Commissario all’Allargamento dell’Unione Europea, Stefan Fule, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto dai due paesi il 20 giugno. Ieri è stata invece Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la Politica Estera della UE, a sottolineare un altro capitolo nel quale si registrano avanzamenti, ossia il confronto tra Serbia e Kosovo (incessante dall’accordo del 19 aprile in poi).

Ormai le due entità statali cooperano costantemente nonostante le tensioni che non hanno mai cessato di ostacolare una piena collaborazione nella zona. Ad ottobre si svolgeranno nella ex provincia serba consultazioni locali la cui riuscita significherà molto nel riconoscimento di una completa normalizzazione della regione balcanica.

Aldo Ciummo