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New Ross, la città irlandese di nuovo famosa per i suoi arazzi

La città che fu il porto di Ros Mhic Treoin e vide i commerci tra l’isola verde e l’Italia oggi è conosciuta per progetti che riportano al centro l’artigianato

La città irlandese di New Ross sta conoscendo una nuova notorietà, sia nelle iniziative connesse al semestre irlandese di presidenza della Unione Europea che per il progetto “Ros Tapestry” che richiama la lunga tradizione di arazzi riportata in vita da molti appassionati nella contea di Wexford.

La storia del porto di Ross risale al 1207, quando il conte William Marshal si concentrò sulla provincia del Leinster. Il fiume Barrow fu importante nella costruzione della città, che aveva il fine dichiarato di aprire l’area al commercio internazionale.

La posizione dell’autore del progetto era tale da permettere l’acquisizione delle risorse necessarie ad un’impresa del genere. L’arrivo del conte William e di sua moglie Isabel è descritto nelle Cronache di Ross che si trovano oggi al British Museum di Londra.

La presenza dei corsi d’acqua nel sudovest dell’Irlanda rappresentava un elemento importante, perché si collegava ad altre vie di transito. I banchieri italiani dell’epoca ebbero un ruolo fondamentale nella nascita della città, finanziando la creazione delle opere necessarie.

La lana era già una delle esportazioni principali dell’isola e gli italiani presenti nell’impresa di quel secolo nella regione (Frescobaldi, Spini, Riccardi) sono rappresentati in alcune opere tradizionali tramandate e nel corso del tempo intessute nei caratteristici arazzi che sono ancora oggi tipici della cittadina.

Aldo Ciummo

La Croazia è nella UE

Il primo luglio è scattato l’allargamento al paese balcanico, avvio del completamento della Ue ad est

Zagabria festeggia l’ingresso del paese nell’Unione Europea, avvio di un più ampio allargamento ad est, dove sono in corso itinerari d’adesione per molti dei vicini della repubblica centroeuropea. Le autorità di diversi stati sono state presenti alla cerimonia. La Croazia non aderirà subito all’area Schengen, in modo da evitare grandi spostamenti dei propri professionisti altrove, fenomeno che nel caso di altre nazioni ha suscitato preoccupazioni dei paesi tradizionalmente meta di buona parte degli immigrati comunitari.

L’accesso alla UE lascia aperti alcuni problemi, l’apertura di un nuovo mercato corrisponde, per il piccolo paese balcanico, alla chiusura di sinergie come quelle che esistevano coi paesi non comunitari confinanti e che vedranno applicare alcune limitazioni ai propri contatti commerciali col vicino, proprio in conseguenza dell’appartenenza della Croazia all’Unione Europea, che questi stati ancora non hanno raggiunto.

La Croazia ha poco più di quattro milioni di abitanti, meno della centesima parte della popolazione della UE e la sua economia attualmente è attraversata da problemi come l’alta disoccupazione associata alla disomogenea efficienza delle grandi industrie nazionali, soltanto in parte adeguate al contesto attuale. Ma l’ingresso del ventottesimo paese nella comunità significa molto perché è stato un territorio più volte conteso e dilaniato dalle pulsioni nazionaliste e totalitariste ed ora è come se un confine a lungo considerato una cicatrice diventerà il punto di collegamento con una intera area, centroeuropea e balcanica, che guarda alla UE come ad una occasione di propulsione socioeconomica, il che non è stata trascurato dall’Italia, presente con varie iniziative imprenditoriali anche negli stati che dovranno attendere ancora a lungo per l’ingresso nella Unione, ad esempio la Serbia.

Il nordest dell’Italia, cui si guarda spesso per le opportunità di fare leva sui settori più dinamici per avviare la completa ripresa dello stivale, si sta inserendo rapidamente nel risveglio economico della regione europea interessata dall’allargamento odierno.

Aldo Ciummo