Unione Europea: serve una protezione giuridica per i paesi a rischio default
Nel dibattito di martedì i relatori Jean-Paul Gauzes ed Elisa Ferreira hanno sottolineato i problemi derivati dall’assenza di norme preventive che limitino le speculazioni
La gestione del deficit e del debito è stata al centro della discussione al Parlamento Europeo questa settimana, ma c’è stato spazio anche per argomenti come la crescita economica e la partecipazione democratica.
Si è parlato della creazione di un fondo europeo destinato a mettere in comune una parte del debito pubblico dei paesi che compongono la Unione europea e della opportunità di elaborare uno strumento di crescita dotato di cento miliardi di euro per investimenti infrastrutturali, ma anche degli eurobond e soprattutto di studiare una protezione giuridica per gli stati a rischio di default.
Jean-Paul Gauzes (Partito Popolare Europeo, Francia), relatore per il capitolo riguardante i paesi che si trovano in difficoltà finanziarie, ha affermato che se fossere esistite norme finalizzate a proteggere le società europee da eventi finanziari come quelli che si sono verificati in questi ultimi due anni, i problemi da cui l’Europa è attanagliata sarebbero stati evitati fin dal principio.
Elisa Ferreira (Socialisti e Democratici, Portogallo), relatrice sugli obblighi di informazione che riguardano i bilanci per gli esecutivi dell’eurozona, ha sottolineato che occorre guardare non solo alle necessità di rigore, ma anche al bisogno di crescita. Su questo aspetto i conservatori nel Parlamento Europeo hanno però espresso perplessità, mentre la sinistra ha definito insufficienti le correzioni all’impostazione di sola austerity finora inoltrate dal Parlamento Europeo alla Commissione.
Aldo Ciummo
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