Per coloro che cercano una Europa davvero federale i cambiamenti economici dovrebbero essere l’occasione per vederla diventare un soggetto politico
Il 22 marzo a Bruxelles si è tenuto il primo incontro del Consiglio “ombra” della UE, iniziativa per promuovere una Europa federale voluta tra gli altri dal Presidente del Gruppo dei Liberali (ALDE) Guy Vorhofstadt, dal presidente del Gruppo dei Verdi Daniel Cohn-Bendit, dalla Vice presidente del Parlamento Europeo Isabelle Durant.
Sandro Gozi, tra gli organizzatori dell’incontro, ha spiegato che lo “Shadow Council” ha proposto come prima cosa un piano decennale di quattrocento miliardi di euro all’anno per investimenti nella Green Economy, nelle infrastrutture per i trasporti, le reti informatiche europee, progetti scientifici e di ricerca a livello mondiale.
Il capitale pubblico e privato, riferisce Sandro Gozi, responsabile delle Politiche UE del Partito Democratico, sarebbe raccolto con obbligazioni a progetto (bond project), carbon tax (imposta sulle risorse energetiche inquinanti), tasse sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax), disposizioni sulle quali si è espresso favorevolmente l’Europarlamento nelle ultime settimane. Gli stati membri fanno troppo pco e tardi, dicono gli organizzatori, per soluzioni di ampio respiro.
“Il piano – commenta Gozi – è l’alternativa alla ricetta Tremonti, che si limita ad una stabilità creativa ed ad una Europa balbettante.” L’Unione Europea è un’occasione di sviluppo socioeconomico di lungo periodo, se i governi dei ventisette entrano nell’ordine di idee di prendere decisioni in tal senso.
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