Riepilogo Area Nord Europa 2009-2010: l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha coinciso con un periodo di forte attivismo da parte della Svezia che incaricata alla fine del 2009 della presidenza della nostra comunità UE, ha promosso ambiente, cooperazione e diritti
Questi ultimi due anni si sono caratterizzati per l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona che ha avviato l’Europa verso decisioni più incisive: il ruolo stabilizzatore che il continente ha giocato nei confronti della crisi si è incrociato con lotta al cambiamento climatico, messa al primo posto dalla Svezia durante il suo semestre, ormai concluso, di presidenza dell’Unione Europea. Il turno svedese ha lasciato il segno in positivo come occasione di una ristrutturazione dell’economia secondo criteri di ecosostenibilità, nella quale Stoccolma è all’avanguardia.
La tradizione ambientalista dello stato nordico e la rinnovata preoccupazione europea nei confronti delle conseguenze socioeconomiche dell’inquinamento si sono saldate in qualche modo durante l’ultima parte del mandato svedese, che ha avuto anche il compito di inoltrare a Copenaghen obiettivi precisi: L’Unione Europea ha inteso fare la parte della protagonista nel promuovere elevati standard da raggiungere in materia ambientale: entro quaranta anni la comunità vorrebbe arrivare a ridurre di più dei quattro quarti le emissioni di gas nocivi dalle abitazioni e intanto ridurre tutte le emissioni “incriminate” del venti per cento entro il duemilaventi.
La Presidenza Svedese che si è conclusa con il duemilanove ha incardinato la scommessa ecologista all’interno di tutte le sue politiche, tracciando anche nelle linee della politica economica una mappa di priorità segnata da efficenza energetica, ricerca, valorizzazione delle risorse che presuppone il metodo “verde” come principale possibilità di innovare l’economia, includere i lavoratori, rendere eque le relazioni internazionali e quindi promuovere lo sviluppo socioeconomico dell’Europa e dei suoi vicini.
Aldo Ciummo
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