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Abruzzo, l’Europa c’è

 

Il Parlamento Europeo, sede di Bruxelles,                                                   FOTO di Aldo Ciummo

Il Parlamento Europeo, sede di Bruxelles, FOTO di Aldo Ciummo

Il Parlamento Europeo ha mobilitato quasi 494 milioni dal Fondo di Solidarietà della Unione Europea

 

 

Oggi il Parlamento Europeo ha deciso di mobilitare una somma di 493.771.159 euro di stanziamento del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea per riparare i danni causati dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo nell’aprile del 2009. L’evento è stato classificato come “catastrofe naturale grave” perciò rientra nel fondo.

Il Fondo di solidarietà dell’Unione Europea è stato istituito nel 2002 con l’obiettivo di affrontare situazioni di emergenza e di ripristinare condizioni di vita normale anche in seguito ad eventi straordinari. E’ considerata grave una catastrofe che provoca danni stimati in oltre 3 miliardi di euro oppure comunque superiori all 0,6 per cento del Prodotto Nazionale Lordo dello stato. Questa che l’Italia si è vista accettare è la terza proposta di mobilitazione del fondo accordata nel 2009, dopo quelle avanzate dalla Romania e della Francia.

Il contributo finanziario continentale servirà a ristabilire la vivibilità del territorio, occorreranno chiaramente anche una strategia chiara da parte dello stato italiano, una forte vigilanza verso il pericolo concreto di infitrazioni illecite nel processo di ricostruzione, priorità alle considerazioni ecologiche in grado di prevenire danni futuri e anche un rispetto almeno minimo dell’autodeterminazione della popolazione della zona colpita, finora scavalcata dalla celebrazione a senso unico dei progetti governativi. Difficile dimenticare che perfino le proteste che parte dei terremotati ha portato fino a Roma sotto i palazzi delle istituzioni sono state praticamente ignorate dai maggiori mezzi di comunicazione, e che le condizioni di lavoro di coloro che hanno portato avanti a tempo di record le nuove costruzioni sono state avvolte da un velo. Inoltre, anche l’Aquila storica attende la sua rinascita.

E’ auspicabile che l’Europa faccia sempre di più in materia di reciproca solidarietà e che al suo interno le società di arrivo non dimentichino mai che i sacrifici imposti dalla stabilità monetaria, il drenaggio fiscale che permette la costituzione dei fondi destinati agli aiuti, il lavoro semi regolare alla base della crescita della ricchezza dell’intero continente sono sforzi sostenuti da tutte le sue componenti, anche dai paesi di recente ingresso nell’Unione e dalle persone che più frequentemente scelgono di stabilirsi nei paesi fondatori lasciando quelli di origine.

Aldo Ciummo