Nyamko Sabuni, la quale è ministro dell’integrazione a Stoccolma, ha presentato ieri un progetto di orientamento per gli immigrati nel paese scandinavo
Sarà l’Agenzia Pubblica per l’Occupazione e non più il complesso degli enti locali ad occuparsi nelle linee guida delle persone che si stabiliranno in Svezia, questo almeno se giungerà in porto la riforma illustrata ieri a Stoccolma da Nyamko Sabuni, la quale è il ministro svedese per l’integrazione. La proposta governativa mira a supportare gli extracomunitari nella ricerca e nell’avvio di un lavoro e di una vita soddisfacente nel paese. Questa legge dovrebbe fornire una vera e propria guida a chi intende stabilirsi in Svezia e valorizzare in modo più efficace la partecipazione individuale alla crescita e alla vita pubblica della società di approdo. La proposta prevede anche un incentivo a prendere parte attiva alla rete di comunicazione tra imprese, enti e individui, con veri e propri compensi agli immigrati in grado di rendersi più rapidamente produttivi all’interno della nazione.
Tale riforma costerà, nelle previsioni, 920 milioni di corone, circa 132 milioni di sterline, con lo scopo di dare anche ai rifugiati l’aspettativa di giocare la loro parte non di essere un peso. Gli enti locali, a lungo protagonisti nello sforzo di integrare la popolazione immigrata, lo resteranno quanto a gestione dei programmi di sostegno per l’abitazione, apprendimento della lingua svedese e formazione di giovani e professionisti.
Aldo Ciummo
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