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IN ITALIA|Termini imerese: tute blu in lotta per continuare a produrre le Lancia

Nuovo sciopero a uno stabilimento del Lingotto. Domani l’incontro con i sindacati. Titoli Fiat in calo

di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line

TERMINI IMERESE – Lo avevano minacciato tre giorni fa e ora sono passati ai fatti: gli operai della Fiat sono di nuovo in sciopero. Ad incrociare le braccia stavolta sono le tute blu dello stabilimento di Termini Imerese, dove attualmente vengono assemblate le Lancia Y.

Esasperati per la possibile chiusura o riconversione, a seguito dell’annuncio del cambio di linea produttiva fatto giovedì scorso dall’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, gli operai dello stabilimento del comune palermitano hanno iniziato la settimana lavorativa alzando il livello della guardia. Due ore di sciopero, stamattina, in piena ora di punta, dalle 07:30 alle 09:30, con i lavoratori dell’azienda torinese e quelli dell’indotto a braccia conserte fuori dalla fabbrica. Le tute blu del Lingotto hanno anche bloccato, per circa mezz’ora, i binari della stazione di Fiumetorto, lungo la linea ferroviaria Palermo-Messina, causando la cancellazione di diverse corse regionali.

A decidere lo stop al lavoro di due ore è stata, questa mattina, l’assemblea del primo turno di lavoro, in rappresentanza dei 1.400 lavoratori dello stabilimento, tra operai e impiegati e di altri 600 operai dell’indotto. In questo momento gli operai sono di nuovo sul loro posto di lavoro, ma hanno annunciato che la protesta continuerà ad oltranza, fin dal pomeriggio, in attesa di ricevere un’eventuale convocazione per la discussione annunciata dall’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, prevista per domani a Palazzo d’Orléans e dove parteciperanno anche il governatore della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo e i sindacati regionali e di categoria. Nel tavolo di confronto di domani sarà varato un documento unitario da sottoporre alla Fiat, alternativo rispetto alle previsioni del Lingotto che conta di tagliare la produzione di automobili nello stabilimento siciliano dal 2011.

«Nella vertenza Fiat il governatore Raffaele Lombardo recuperi il tempo perduto. E tolga ogni alibi alla casa del Lingotto», chiede il segretario regionale della Fim Cisl, Salvatore Picciurro, alla vigilia dell’incontro di domani. Per il sindacalista, le dichiarazioni di Marchionne sul prossimo assetto di Termini Imerese rendono il futuro dello stabilimento siciliano «problematico e incerto». Per questo, «occorre un impegno chiaro delle istituzioni, a tutti i livelli, a partire da quello regionale». A Lombardo, precisa la Fim Cisl, «chiediamo d’intervenire su Roma e Torino e di rilanciare, grazie al tavolo con sindacati e imprese, le condizioni di una rinnovata competitività del comprensorio termitano». Anche in forza, sottolinea il sindacato, di un «contratto di programma che Fiat per un verso, il governo nazionale per un altro, sono chiamati ad attuare».

Intanto, rispondendo a una precisa richiesta avanzata dal capogruppo di Rifondazione Comunista, Antonio Marotta, questa mattina il Consiglio Provinciale di Palermo ha proposto l’Ente Provincia come capofila di un tavolo con i comuni del comprensorio termitano per affiancare organizzazioni sindacali e maestranze della Fiat di Termini Imerese. Ad annunciarlo il Presidente provinciale, Giovanni Avanti: «Un’azione comune – ha detto Avanti – per sostenere una realtà produttiva di primo piano del territorio provinciale e per capire quale piano industriale ci sia dietro questo annuncio. Sull’opportunità di questa iniziativa abbiamo discusso con il neo sindaco di Termini Salvatore Burrafato». E lo stesso Marotta: «La Provincia deve attivarsi così come ha fatto nel 2005, con una presenza forte che deve vedere anche la partecipazione del Consiglio provinciale per affrontare una questione che preoccupa giustamente i dipendenti, le loro famiglie e l’indotto». «Insieme al presidente Avanti – ha concluso il presidente del Consiglio provinciale, Marcello Tricoli – saremo presenti nel tavolo con i sindacati e i dipendenti per un confronto con l’azienda che dovra’ fare chiarezza sul futuro dello stabilimento termitano».

Lo sciopero degli operai termitani, assieme al no del piano Marchionne da parte dei sindacati, la Fiom in testa, potrebbero essere all’origine della caduta del titolo in borsa del Lingotto, in rosso (-2,67%), nonostante dalla Germania si dicano certi di non ritenere ancora chiusa la partita sulla Opel. Secondo il Financial Times il fallimento dell’accordo con la Opel costituirebbe per la Fiat una difficoltà ulteriore nello smantellamento degli stabilimenti di Termini e Pomigliano d’Arco. «Il declino del centrosinistra – scrive l’autorevole quotidiano finanziario londinese- ha indebolito i sindacati e il consolidamento del gruppo a livello mondiale, con i plausi del presidente americano Barack Obama, hanno spinto l’orgoglio italiano. L’accordo Opel però, dopo quello con Chrysler, avrebbe fornito una copertura politica alla chiusura degli stabilimenti Fiat della Sicilia e di Napoli». In conclusione, il fallimento dell’intesa con i tedeschi «renderà più difficile spiegare il piano di restringimento della produzione nel Paese».

La protesta degli operai termitani si pone in continuità con quanto accade in quasi tutti gli altri impianti della Fiat nello stivale, non ultima la chiusura, per oltre una settimana, degli stabilimenti Fiat di Melfi “Plastic Components” e “Sistemi sospensioni”. Un blocco che, a causa della sospensione dal lavoro di 13 operai della Magneti Marelli e della minaccia di blocco di oltre 80 situazioni contrattuali, portò a un calo di produzione di ben 7000 unità, prima che si giungesse a un accordo tra le parti. E anche il sito siciliano non è la prima volta che dichiara guerra all’arma bianca alla casa automobilistica di Torino. Già sette anni fa le tute blu scesero per strada e bloccarono il comune del palermitano evitando così una chiusura che allora sembrava in dirittura di arrivo. «Come allora anche oggi – dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil – impediremo i piani di quanti vogliono ancora una volta penalizzare Termini Imerese. Iniziamo con lo sciopero e l’occupazione dei binari della stazione, ma non ci fermeremo».

Una Risposta

  1. “Esasperati per la possibile chiusura o riconversione…”

    Siamo così sicuri che la riconversione non debba essere nemmeno discussa? che ci faremmo (vedi http://stop.zona-m.net/it/node/53 ) con le auto prodotte a Termini Imerese?

I commenti sono chiusi.

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