Polemica Di Pietro-Berlusconi. Il leader Idv: «Berlusconi è un corruttore». La replica del Cavaliere: «mi denunci se no lo faccio io»
di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line
Dopo tutta la bufera attorno alla nomina di Riccardo Villari come presidente della commissione di vigilanza della Rai, maggioranza e opposizione si sono trovate d’accordo sul nome di Sergio Zavoli quale nuovo presidente, avanzato ieri dal leader del Pd Walter Veltroni. In attesa che il primo si dimetta, il secondo si gode il momento e parla di «vittoria della politica». La situazione è stata sbloccata dai ritiri di Leoluca Orlando e Pancho Pardi, così Berlusconi ha accettato di buon grado il nome di Zavoli, dopo che a far da mediatore era stato Enrico Letta.
Il nome di Zavoli è arrivato qualche ora dopo la conferenza stampa mattutina in cui l’Italia dei Valori annunciava l’abbandono alla candidatura dei suoi due nomi. La situazione si è sbloccata e ora Villari dovrà fare le valigie. Un futuro incerto lo attende al varco, difficile immaginarlo ancora tra le file del Pd dopo tutto quello che è stato detto su di lui. Dal segretario Walter Veltroni, che lo ha incitato invano a dimettersi ad Antonio Di Pietro che su di lui ha insinuato sue connivenze con il premier Berlusconi.
Proprio l’ex pm infatti tuonando nuovamente contro Silvio Berlusconi, ha parlato di una presunta offerta fatta dal Cavaliere a Villari, per accettare la nomina a presidente della commissione di Vigilanza Rai e rifiutare le avance di dimissioni da parte del suo partito, il Pd. «Berlusconi è un corruttore – la dura sentenza del leader dell’Idv -. Lasciamo la Vigilanza ma diremo al paese che gli eversivi non siamo noi ma la maggioranza e il presidente del Consiglio che hanno posto un veto contro un partito eletto in Parlamento».
Secca la risposta di Berlusconi che ieri, intervenendo alla trasmissione “Ballarò”, ha invitato Di Pietro «a fare il suo dovere. Deve andare dai magistrati per denunciarmi. Se non lo fa lui, lo farò io querelandolo per calunnia». Clima aspro e polemico, che di certo non stimola il dibattito politico, ma al contrario contribuisce ad alimentare ancor di più i toni dello scontro.
La settimana scorsa, a seguito della sua nomina, era stata la giornata dell’ex democristiano e mastelliano Riccardo Villari, lui che dopo tutto aveva dato la disponibilità a dimettersi qualora fosse venuto a galla un nome alternativo da mettere d’accordo i due estremi del cerchio istituzionale. Tutto tace e stai a vedere che “questo” resta per davvero al suo posto? Anna Finocchiaro, Pd, è certa del contrario e ha annunciato che domani pomeriggio arriveranno le attese dimissioni del neopresidente Villari, notizia che sembra essere arrivata direttamente alla segreteria del Pd.
Oggi invece è il giorno di Zavoli, l’uomo che ha messo d’accordo maggioranza e opposizione, ravennate antifascista durante il regime di Mussolini, già presidente della Rai nella seconda metà degli anni ’80. dopo una lunga carriera da giornalista e conduttore di varie trasmissioni televisive. Nato politicamente tra i Ds e confluito nell’Ulivo e poi nel Pd. Una vita passata tra il dietro le quinte e la scena che lo porta oggi ad essere moderato nell’esultare alla sua nomina: «La cosa mi pare ancora su un terreno molto scivoloso. Questo Villari non se ne vuole andare…».
di Simone Di Stefano/Dazebao, l’informazione on-line
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