A poco meno di più di un mese dalla sua candidatura a vice di John McCain, in vista delle Presidenziali del prossimo novembre, le recenti uscite della governatrice dell’Alaska sono state un insuccesso e c’è già chi la considera incapace di poter gestire un ruolo come il suo
Simone Di Stefano – Pubblicato su Dazebao, l’informazione on line del 30-09-2008
Fermezza e capacità risolutiva di fronte a un problema da dover risolvere, freddezza e self control nel saper perseguire con coerenza il pensiero del Presidente, conoscenza di dati certi e una dose massiccia di potere di convincimento dell’elettorato. Questi i requisiti che dovrebbe possedere un buon vice Presidente negli Stati Uniti d’America. Alcuni dei quali mancherebbero nel curriculum della vice di John McCain, Sarah Palin, a distanza di poco più di un mese dalla sua investitura ufficiale alla corsa del candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Dice di lei David Frum, ex ghsot writer del Presidente George W. Bush e ora editorialista conservatore: «Credo che abbia già dimostrato di non essere all’altezza di un compito come quello di vice del Presidente degli Stati Uniti. Se lei non lavora bene la gente se ne accorge e questo è un momento di ansia, un po’ come l’11 settembre, quando le persone guardavano a Washington per trovare conforto e leadership. Specie in questo clima, gli americani vogliono sapere che le persone responsabili sanno quello che fanno».
Quando Frum parla di non essere all’altezza del compito, si riferisce a una recente intervista effettuata da Katie Couric, per il Cbs Evening News, dove alcune risposte date dall’attuale governatrice dell’Alaska all’intervistatrice hanno destato perplessità, anche tra i repubblicani, tanto da meritare ampio spazio tra le trasmissioni di satira politica come “Saturday Evening Live”. Alla domanda su che tipo di rapporti ha intrattenuto con i vicini russi e se ha mai avuto modo di intrattenere negoziati con la Russia, dopo aver parlato della vicinanza che lega i due stati, la Palin si è lasciata andare a una clamorosa gaffe che ha mostrato tutte le sue lacune sulla conoscenza della geografia. «È dall’Alaska che gli Usa guardano con un occhio particolare a questa potente nazione, la Russia, perché sono proprio lì, vicino a noi, alla destra del nostro stato» .
«Penso che l’intervista di Katie Couric dimostra quanto Sarah Palin abbia bisogno di essere informata maggiormente su alcuni aspetti – ha affermato Jim Greer, presidente repubblicano in Florida -. Lei continua a essere considerata molto positivamente dalla base del partito, ma ha bisogno di dimostrare che è una donna in grado di possedere le conoscenze e le capacità di ricoprire il ruolo di presidente in caso di necessità».
Insomma, non proprio delle buone premesse in vista del prossimo confronto-dibattito con il candidato democratico alla carica di Vice Presidente, Joseph Biden. O se vogliamo una battuta d’arresto, che però non ha lasciato del tutto spiazzato John McCain, che ha subito invitato la Palin a una tre giorni di ripasso nella sua casa a Sedona, in Arizona, dove la sua Vice soggiornerà assieme alla sua famiglia, con il marito e i figli.
La pratica sarà affidata a professionisti che in passato hanno permesso a Bush di riconfermarsi Presidente a distanza di quattro anni dalla sua prima elezione. Si tratta di Steve Beigun, un ex membro del personale di Bush del Consiglio di sicurezza nazionale; Randy Scheunemann, aiutante capo della politica estera; Mark Wallace, vice direttore della campagna di Bush del 2004, e Wallace, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca.
Sempre secondo David Frum, dovranno fare un miracolo, visto che la loro allieva ne avrà da che dimostrare per recuperare una situazione quasi del tutto compromessa. Frum prende ad esempio le difficoltà che il candidato Dan Quayle, eletto vice Presidente nel 1988, andò incontro recuperando una prima serie di errori che lo avevano portato a una caduta vertiginosa di popolarità. «La storia di Dan Quayle spiega come un vice Presidente possa fare mille cose fatte bene, ma la sua immagine sarà sempre bloccata ed è molto difficile poi riuscire a recuperare – ha detto l’editorialista del National Review – . E Dan Quayle mai nella sua vita era andato tanto male come Sarah Palin nel corso degli ultimi mesi».
Se neanche i tuoi alleati ti stimano c’è da correre ancora di più per recuperare. Ma Frum non è il solo a nutrire tali perplessità. George Will, David Brooks e Kathleen Parker, tutti pensatori ed editorialisti appartenenti al mondo conservatore, pronti a scommettere fin da subito che la Palin non è ancora pronta a ricoprire tale ruolo. Anche se alcuni pensano anche che la perdita di clamore e attesa attorno alla figura della candidata Vice di McCain, potrebbe giocare in suo favore, riducendo le attese su di lei da parte dell’elettorato. È quello che pensa Nicolle Wallece, un alto consulente di John McCain: «Mi auguro sul serio che le persone continuino a sottovalutare il governatore più popolare d’America e una donna che parla al cuore degli americani».
Se non le gaffe, che possono essere risolte con un corso accelerato di cultura generale, alcuni muovono le loro critiche sull’eccessiva dose di eccitazione ed esuberanza che la Palin avrebbe manifestato nelle recenti uscite in pubblico. Ma la Wallece difende l’atteggiamento della governatrice dell’Alaska: «Ho visto una prima sottovalutazione – ha detto -. Sono molto orgogliosa dell’eccitazione che la governatrice Palin ha. Si tratta di un livello di eccitazione e di entusiasmo, francamente, che non avevo mai visto prima».
Il prossimo dibattito con Biden sarà il banco di prova più alto per la Palin e soprattutto aiuterà a farci capire se quella che conosciamo riesce a fare solo la donna pit bull, oppure se dietro a quella calorosa ingenuità è anche nascosta una personalità di ferro capace non solo di recuperare consensi tra l’elettorato, ma anche di mettere a tacere i suoi stessi colleghi repubblicani. Per far questo la Palin sta studiando, facendo prove orali e scritte, dal 10 settembre. Dura lavoratrice, fanno sapere dalla Casa Bianca, capace di stare sveglia anche fino a tarda ora del mattino nella sua camera d’albergo, pur di incamerare il maggior numero di nozioni possibile, prima del dibattito.
Staremo a vedere come andrà all’esame, in caso negativo sarà meglio cambiare metodo di studio.
Simone Di Stefano – Pubblicato su Dazebao, l’informazione on line del 30-09-2008
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