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MEDIO ORIENTE|Tregua possibile tra Israele e Hamas

Firmato l’accordo di cessate il fuoco bilaterale, tra le due forze resta da capire se sia possibile farlo rispettare

Simone Di Stefano – Articolo pubblicato il 20-06-2008 su Dazebao, l’informazione on line

Carri armati ritirati dai confini, varchi alle frontiere che verranno riaperti progressivamente e tante speranze che si scontrano con una dura e instabile realtà. La tregua firmata martedì scorso tra l’Esercito di Israele e il movimento fondamentalista islamico di Hamas, ed entrata in vigore ieri alle 6 del mattino (le 5 ora italiana), sembra scontrarsi già con i soliti problemi legati alle ostilità tra i due frangenti, quello di Israele da una parte e quello del movimento fondamentalista dall’altra. Questo accordo arriva dopo che Israele aveva già risolto una tregua storica con la Siria per le alture del Golan.

E potrebbe anche non essere l’ultimo. Fonti vicine a Israele infatti insistono nel sostenere che la politica del Primo Ministro Ehud Olmert e del ministro della Difesa, Ehud Barak, è incentrata a una progressivo ripresa del dialogo. Secondo il quotidiano Haaretz si sarebbe già intavolata un’altra trattativa sul fronte del Libano, per trovare un accordo tra lo stesso Israele e Hezbollah, i cui carri armati da un mese hanno abbandonato la capitale Beirut.

Nella sua visita a sorpresa a Beirut il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, avrebbe parlato con il governo libanese della restituzione delle fattorie di Shebaa, nel sud del paese dei cedri, occupate dai soldati israeliani nell’ultima guerra.

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SOCIALE|Ater, protesta in piazza degli inquilini

Il pignoramento dei beni delle case popolari, dicono i sindacati, mette in difficoltà chi ha sempre pagato la pigione e a rischio i lavoratori dell’azienda delle case popolari

Individuare soluzioni idonee per la dignità di tutti gli assegnatari e sostenere la lotta degli oltre 400 dipendenti dell’Ater ai quali si presentano dubbi ed incertezze sul proprio futuro lavorativo. Sono questi i temi che i sindacati inquilini Sunia, Sicet, Uniat, FederCasa chiedono al Comune di Roma, oltre alla sospenzione dell’immobilizzazione delle riserve economiche dell’Ater. Assieme ai sindacati, numerosi manifestanti delle case Ater, che muniti di cappelli, striscioni e fischietti, hanno preso parte a un sit-in di protesta in Piazza del Campidoglio, di fronte al Palazzo Senatorio, sede dell’ufficio del Sindaco.

«Questa manifestazione di diversi enti – dice il Consigliere comunale Pd Massimiliano Valeriani – è contro il pignoramento del Comune, che deve sbloccare i conti dell’Ater per non mettere in difficoltà 45 mila famiglie».In particolare, al centro dell’attenzione dei sindacati c’è il provvedimento del comune di bloccare le riserve economiche dell’Ater a causa dei debiti assunti dal vecchio Iacp e dovuti al mancato pagamento dell’Ici dal 1993 al 2002. Il debito in questione ammonta a circa 372 milioni di euro e oggi «impedisce all’azienda di effettuare ogni intervento che comporti spese per erogare servizi di qualunque natura per tutti gli assegnatari», sostengono i sindacati inquilini. Su richiesta del Pd capitolino è stata fissata per il prossimo 26 giugno, una riunione straordinaria del Consiglio comunale, dopo che la convocazione era già stata proposta dallo stesso gruppo nella scorsa conferenza dei capigruppo su iniziativa del vicecapogruppo Mario Mei.

Intanto l’assessore comunale alla Casa e al Patrimonio Alfredo Antoniozzi replica: «Stiamo portando avanti una trattativa serrata, la cui conclusione potrebbe essere il passaggio al Comune di una parte del patrimonio Ater per saldare il debito e togliere il pignoramento». Strada questa che però dovrà fare i conti con gli aspetti legali. «La volontà politica c’è – continua Antoniozzi – però l’aspetto giuridico dovrà essere verificato con la Corte dei Conti. Si deve verificare se il ritiro del pignoramento può ricadere sull’amministrazione comunale». Proprio in merito alla questione del pignoramento, oggi alle ore 13, l’assessore Antoniozzi riceverà nel suo ufficio una delegazione di Ater. L’obiettivo è quello di giungere a una soluzione del problema.

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 20-06-2008

ROMA|Ridateci le nostre giostre: in piazza gli operatori del Luneur

Nella contesa tra la Eur spa e la Luppro a pagare sono i lavoratori del parco giochi, chiuso dallo scorso 19 aprile

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 20-06-2008

Riaprire le 150 attrazioni del Luneur, ferme dallo scorso 19 aprile. Lo hanno chiesto ieri a gran voce i circa sessanta operatori dello storico parco giochi romano dopo aver invaso, con striscioni e bandiere, Piazza di Madonna di Loreto. La richiesta: sollecitare l’apertura di un tavolo di trattativa tra il Comune e gli altri enti locali con lo scopo di favorire la riapertura del parco divertimenti della capitale. In totale sono circa 90 gli esercenti del parco, ai quali vanno aggiunti 40 operatori addetti al funzionamento delle macchine.

A causare la chiusura un contenzioso tra le due società, Eur Spa e Luppro. «La Luppro dice che la Eur Spa gli deve dei soldi, la Eur Spa fa altrettanto, ma a pagare sono solo le famiglie dei lavoratori – dice Fabio Scurpa, segretario della Slc Cgil – chiediamo un incontro con il Comune per sbloccare questa situazione». Inoltre la consapevolezza di un progetto di investimento annunciato dalla Cinecittà Entertainment, vincitrice del nuovo bando di gestione del parco, bloccato finché non si sblocca la lite tra le parti in causa. Fabio Scurpa chiede «che almeno si riaprano le giostre per dare respiro ai lavoratori».

I lavoratori lamentano inoltre la recente cattiva gestione dei prezzi, con l’imposizione di una tariffa di ingresso inizialmente di 22 euro, poi ridotta a seguito di una scesa degli introiti: «E’ stata un’operazione fallimentare. L’Eur è un punto di ritrovo con tempi di permanenza brevi e in cui si spende meno di quella cifra», lamenta Aldo Galeazzi, rappresentante del Calpez. L’appoggio agli operatori in protesta è arrivato dai consiglieri Regionale e Comunale del Pd, enzo Foschi e Monica Cirinnà, confidando di arrivare a risolvere il problema al più presto. Foschi in particolare ha chiesto l’apertura di un tavolo interistituzionale «a cui siedano Comune, Regione, Provincia, i lavoratori e le società proprietarie del Luneur per giungere alla riapertura del parco giochi».

Simone Di Stefano – Pubblicato su L’Unità del 20-06-2008