Mauro Palma, presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti, parla della ”direttiva Rimpatrio”, della carcerazione di 18 mesi nei Cpt e della criminalizzazione degli immigrati.
Articolo scritto da Aneta Carreri (Redattore Sociale)
Un’Europa impaurita e cinica è pronta a calpestare una serie di principi internazionali sui diritti umani con una direttiva approvata dagli ambasciatori dei 27 stati membri. Si attende a giorni la decisione del Parlamento europeo che dovrà pronunciarsi sulla tanto discussa direttiva Rimpatrio.
Tra le norme contestate a destare maggiori critiche è quella che prevede tempi di permanenza nei cpt fino a 18 mesi per tutti i clandestini, minori inclusi. Mauro Palma, presidente del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani e Degradanti, spiega quale china pericolosa l’Ue rischia di prendere: «E’ vero che ogni stato ha la libertà di privare una persona che risulta irregolarmente presente sul suo territorio secondo l’art. 5 della Convenzione europea, detto questo non vanno violati gli altri articoli della Convenzione stessa che prevedono degli obblighi in virtù del cosiddetto Trattato costituzionale dei diritti umani e – precisa Palma – privare una persona della libertà per 6 mesi ed in casi particolari fino a 18 mesi stride con il principio del diritto penale della nostra civiltà giuridica che dovrebbe corrispondere a ciò che uno ha fatto non a un problema relativo il suo status».
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